La Baguette candidata ad essere Patrimonio immateriale dell’umanità
Non c’è parigino che non sia d’accordo e che sostenga la “baguette” come Patrimonio immateriale” dell’Unesco per la Francia. Universalmente conosciuta e amata, in specie nelle ex colonie francesi (vedi Tunisia) dove gli stanziai le comprano in quantità industriali e dove sono vendute al prezzo calmierato, deciso dal Governo, le baguettes rappresentano veramente l’emblema della Francia. La sua candidatura è fortemente voluta dalla ministra della Cultura, Roselyne Bachelot, attualmente ricoverata in ospedale dopo essere risultata positiva al coronavirus. Ha preferito il celebre sfilatino di pane ai caratteristici tetti in zinco della capitale francese e al Bou d’Arbois, una festa religiosa di origini medievali del Jura, nell’Est del Paese.
La decisione finale spetta ora all’Unesco che non si pronuncerà prima dell’autunno 2022. “La baguette è un prodotto nobile, erroneamente considerato semplice, ma ci vogliono anni, a cominciare dai pochi ingredienti, prima di crearla con successo. E’ un prodotto che ci riunisce, motivo per cui l’ho scelto”, ha dichiarato la ministra della Cultura che ha detto anche che, se fosse scelto, “si potrà prendere coscienza che una pratica alimentare facente parte della quotidianità e condivisa dai più in modo spontaneo rappresenta un patrimonio in tutto e per tutto”. La ministra ha approfittato dell’annuncio per lanciare l’allarme sulla costante diminuzione del numero dei panettieri soprattutto nei comuni rurali. Nel 1970 si contavano 55.000 boulangeries artigianali (una ogni 790 abitanti) contro le 35.000 di oggi (una ogni 2.000 abitanti), “spesso a profitto della vendita di baguette prodotte industrialmente”. La candidatura va presentata formalmente entro il 31 marzo all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, con sede a Parigi. Ogni anno nel mondo circa un centinaio di dossier ottengono il marchio per l’iscrizione al patrimonio dei beni immateriali. Per candidare un prodotto, prima deve essere inserito in un inventario nazionale che include tutti i beni e le tecniche storiche riconosciute. Successivamente il bene in questione deve essere valutato idoneo ad essere presentato all’Unesco, dietro parere consultivo, nel caso della Francia, del Comitato del Patrimonio etnologico e immateriale (Cpei). Solitamente dietro una candidatura e affinché venga accolta, ci deve essere il sostegno di una federazione, in questo caso quella dei fornai.