Prodotti tipici

Colline di Romagna

Olio extra vergine di oliva con le seguenti caratteristiche:
– colore: dal verde al giallo oro,
– odore: di frutta di oliva medio talvolta intenso,
– sapore: di fruttato di oliva con lieve sensazione di amaro e/o piccante,
– punteggio al panel test: >= 7,
– acidità totale massima, espressa in acido oleico, al peso, non eccedente grammi 0,5 per 100 grammi di olio,
– numero perossidi: <= 12 meq O2/kg,
– acido oleico: >= 72 %,
– tocoferoli: >= 70 mg/kg.
La zona di produzione, trasformazione delle olive e di confezionamento dell’olio destinata all’ottenimento dell’olio extravergine di oliva Colline di Romagna, comprende parte dei territori delle province di Rimini e di Forlì – Cesena, situati nella regione Emilia-Romagna, delimitati nel disciplinare di produzione.
A partire dall’età Villanoviana fino al Medio Evo e oltre fino all’inizio del ‘900, numerose sono le fonti archivistiche, ecclesiastiche e notarili che testimoniano la presenza dell’olivo nel territorio collinare romagnolo e l’importanza dell’olio d’oliva nell’economia rurale della Romagna.
All’inizio del secolo, l’estrazione dell’olio dalle olive è esercitata nella provincia in 22 comuni e le olive sottoposte ai frantoi sono tutte raccolte nella provincia stessa. In quegli anni viene prestata alla coltura dell’olivo una particolare attenzione, come si evidenzia dalla stampa dell’opuscolo “Ulivo e olio” avvenuta a Rimini nel 1901. Nei primi anni del secolo anche la Rivista agraria romagnola cura una rubrica che periodicamente produce informazioni e consigli in merito all’olivicoltura. La coltura, in effetti, gode di particolari condizioni microclimatiche che, unitamente ad appropriate pratiche agronomiche, determinano la produzione di un olio di particolare pregio, in grado di distinguersi per le sue caratteristiche chimiche ed organolettiche.
Le operazioni di produzione, trasformazione ed imbottigliamento sono effettuate nell’ambito territoriale delimitato. Le ragioni per le quali anche l’operazione di imbottigliamento è effettuata nella zona delimitata derivano dalla necessità di salvaguardare le caratteristiche peculiari e la qualità dell’olio “Colline di Romagna”, garantendo che il controllo effettuato dall’organismo terzo avvenga sotto la vigilanza dei produttori interessati. Per questi ultimi, la denominazione di origine protetta riveste una importanza decisiva ed offre, in linea con gli obiettivi e l’orientamento del medesimo regolamento, un’occasione di integrazione del reddito. Inoltre, tale operazione è tradizionalmente effettuata nella zona geografica delimitata. I produttori che intendono porre in commercio l’olio extravergine con tale denominazione, al fine di assicurare la rintracciabilità del prodotto, devono iscrivere i propri oliveti, gli impianti di trasformazione e di imbottigliamento in appositi elenchi tenuti ed aggiornati dall’organismo di controllo, denunciando annualmente il quantitativo di olive prodotte con l’indicazione dell’impianto di molitura e di imbottigliamento.
L’olio extravergine di oliva Colline di Romagna è ottenuto dalle varietà di olivo presenti negli oliveti nelle seguenti percentuali: Correggiolo, nella misura minima del 60 %, Leccino nella misura massima del 40 %. Possono essere presenti anche varietà minori, quali Pendolino, Moraiolo e Rossina, in una misura massima del 10 % negli oliveti.
La difesa dalle erbe infestanti e dai principali parassiti dell’olivo è attuata nel rispetto dei disciplinari di lotta integrata della regione Emilia-Romagna.
L’epoca di raccolta delle olive è compresa tra il 20 ottobre e il 15 dicembre di ogni anno, la raccolta delle olive va effettuata direttamente dalla pianta, a mano o con l’ausilio di mezzi meccanici, evitando il contatto delle olive con il terreno. L’impiego di prodotti di abscissione è vietato. Il trasporto e lo stoccaggio delle olive avviene in contenitori rigidi, di materiale inerte, che assicurano una adeguata aerazione delle drupe. La trasformazione delle olive deve essere effettuata non più tardi di due giorni dalla raccolta. La produzione massima di olive per ettaro è fissata in 7000 kg nel caso di oliveti specializzati e in 60 kg nel caso di piante sparse. L’estrazione dell’olio avviene unicamente con processi meccanici e fisici presso gli impianti di molitura (frantoi) presenti in zona e previo defogliazione e lavaggio delle olive. La resa massima delle olive in olio non deve superare il 18 %. La temperatura della pasta di olive, durante le operazioni di trasformazione delle olive in olio, non deve superare i 27 °C. La pratica del “ripasso” ed il ricorso a qualsiasi prodotto ad azione chimica o biochimica, quale coadiuvante nelle operazioni di estrazione, sono vietate.
I fattori naturali sono rappresentati sia dalle caratteristiche pedologiche dei terreni sia soprattutto dalle particolari condizioni microclimatiche che influenzano direttamente le caratteristiche chimiche e organolettiche dell’olio legate ad una raccolta anticipata delle olive, rispetto alla loro piena maturazione, che garantisce una potenziale elevata qualità dell’olio. I terreni sono generalmente di medio impasto, tendenti all’argilloso, con elevato tenore in calcare, ben strutturati, in modo da favorire lo sviluppo degli olivi. Le condizioni microclimatiche, riferibili in particolare alla piovosità, concentrata nel periodo primaverile ed autunnale, unitamente alle basse temperature medie annue, che limitano lo sviluppo vegetativo delle piante al solo periodo aprile-ottobre, determinano una maturazione graduale e tardiva delle drupe con una conseguente elevata qualità chimica ed organolettica dell’olio ottenuto. I fattori umani trovano la massima espressione nello storico attaccamento alla coltura da parte degli olivicoltori locali, che si manifesta nelle tradizionali pratiche agronomiche, attente a preservare la pianta dell’olivo sul territorio.
L’olivicoltura è ampiamente diffusa in tutta la provincia di Rimini ove predilige i territori collinari a ridosso dell’area costiera e si estende in provincia di Forlì-Cesena nelle aree di media e bassa collina. In questi territori l’olivo rappresenta l’unica coltura arborea possibile assieme alla viticoltura, occupando le aree marginali, che presentano elevate pendenze, difficili da coltivare, diventando un importante elemento del paesaggio rurale.
La varietà “Correggiolo” rappresenta la pianta più diffusa sul territorio e imprime le caratteristiche di tipicità all’olio prodotto. Tale varietà, inoltre, mostra buona capacità di resistenza al freddo ed una maturazione tardiva e scalare delle drupe che assicura, unitamente alle condizioni pedoclimatiche del territorio, la produzione di un olio tipico con caratteristiche di pregio.
Colline di Romagna