Quanto pesa il settore del caffè, in Italia e nel mondo
I dati di mercato di Olivera Silva, Hoffer, Fabian.
Quanto pesa il settore del caffè, in Italia e nel mondo. E quali le tendenze e le prospettive da attendersi nell'immediato futuro: sono partiti da qui gli approfondimenti settoriali di TriestEspresso Expo che fino a sabato 25 ottobre riunirà nel Porto Vecchio di Trieste operatori del caffè da tutto il mondo.
L'importanza di questa città per il settore è stata chiarita da Max Fabian, presidente Associazione Caffè Trieste: “Il porto di Trieste sdogana tra un quarto e un terzo di tutto il caffè che entra in Italia, ha quindi un peso estremamente rilevante, è uno dei principali porti per il caffè in Europa. D'altra parte la storia di Trieste e il caffè è lunga tre secoli: l'associazione che ho l'onore di presiedere è stata fondata nel 1891, ovvero quando questa città non faceva ancora parte dell'Italia ma dell'Impero Austro-Ungarico. È un centro d'eccellenza per l'espresso italiano, vista la presenza rilevante dell'industria e della correlata e di imprenditori conosciuti in tutto il mondo. E a questo proposito vorrei ricordare chi in tempi più e meno recenti ci ha lasciati ma ha fatto la storia della città e del comparto, imprenditori come Ernesto Illy, Vinko Sandalj, Primo Rovis e Severino Mingardi”.
Patrick Hoffer, Presidente del Comitato Italiano Caffè organismo di coordinamento delle associazioni nazionali di categoria, ha fatto una panoramica sui punti di forza e sulle problematiche di un mercato, quello italiano, che è uno dei settori industriali più vivaci del food & beverage, con oltre 700 torrefazioni e 7000 addetti che lavorano nel comparto, per un giro d’affari alla produzione di 3,1 miliardi di euro, di cui circa 1 miliardo di euro destinati all’esportazione. Un mercato maturo, vivace e che cambia velocemente, ha detto Hoffer: il dato rilevante e’ che il settore del porzionato continua a crescere, rispetto al macinato moka, sostanzialmente stabile. Nei primi mesi dell’anno, le vendite di caffè porzionato hanno sfiorato una crescita del 6%.
D'ampio respiro il quadro delineato da Robeiro Olivera Silva. L'executive director ICO, partendo dalla presa d'atto del significativo incremento dei prezzi del caffè dalla fine del 2013 a oggi, con relativa notevole volatilità, ha presentato una stima sulle produzione del prossimo anno. 145,2 milioni di sacchi è la cifra prevista, in cui si rileva, però, un significativo scostamento dall'arabica al robusta (robusta +6%, arabica -4%). Rimane il punto interrogativo sul raccolto del Brasile, mentre in via di ripresa quello della Colombia. Buone notizie anche sul fronte dei consumi con 155 milioni di sacchi e una previsione di crescita complessiva del 2% all'anno a spalmarsi sia sui mercati emergenti, che i tradizionali che gli esportatori.
E quali saranno le minacce da cui guardarsi negli anni a venire? Furio Suggi Liverani, presidente Trieste Coffee Cluster, riconosce nei fenomeni delle concentrazioni industriali una delle principali dinamiche da tener d'occhio. “Oggi ci sono 4 multinazionali che controllano il 60% del mercato USA e il 40% del mondo – ha sottolineato -. La produzione di verde si sta concentrando: il commercio della materia prima è concentrato (7 gruppi) la logistica in 2. Da contro, il mercato italiano è molto frammentato, con circa 700 aziende di medie e piccole dimensioni”.