Nuove procedure di sicurezza alimentare
Dal 1° gennaio entra in vigore il Regolamento comunitario N.178/2002 che, obbliga a rendere disponibili le informazioni sul processo costruttivo di un alimento.
L’articolo 18 del Regolamento, in particolare, tratta il tema della rintracciabilità, stabilendo per gli operatori del settore alimentare l’obbligo di tracciare e rintracciare gli alimenti, i mangimi e gli animali destinati alla produzione alimentare in tutte le fasi della loro produzione, trasformazione e distribuzione: individuando i fornitori, mettendo le relative informazioni a disposizione delle autorità competenti, individuando le imprese cui hanno fornito i propri prodotti, ed etichettando adeguatamente gli alimenti o i mangimi immessi sul mercato secondo i requisiti previsti.
Tale disposizione va ad integrare le precedenti norme comunitarie in tema di commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli, che stabiliscono una disposizione tale dell’imballaggio dei prodotti in modo da rendere chiaramente visibile e leggibile al consumatore l’etichetta apposta dai centri di condizionamento ed ancora, l’apposizione sulla merce non presentata nell’imballaggio originale di un cartello o lavagnetta su cui figuri, in caratteri chiari e leggibili, l’indicazione della varietà, origine e categoria del prodotto.
La violazione delle indicazioni obbligatorie comporta per gli esercenti l’applicazione di pesanti sanzioni amministrative.
In caso di allarmi sanitari dovuti alla presenza di sostanze pericolose sarà possibile ritirare immediatamente un alimento dal mercato.
Dopo che l'emergenza mucca pazza (BSE) ha drammaticamente dimostrato che dalla qualità degli alimenti dipende in grande misura la salute, il regolamento rappresenta un riferimento fondamentale per l'evoluzione della legislazione alimentare europea nel senso di una maggiore sicurezza per i cittadini in quanto introduce per la prima volta in maniera orizzontale, applicabile a tutta la produzione alimentare, lo strumento della rintracciabilità.
Il nuovo provvedimento diventa operativo dopo l'entrata in vigore il 18 aprile scorso dei Regolamenti CE 1829/2003 e 1830/2003 relativi all'obbligo di etichettatura e tracciabilità degli alimenti geneticamente modificati (OGM), e rappresenta un ulteriore passo in avanti dell'Unione Europea verso la sicurezza alimentare grazie alle norme comunitarie adottate per l'etichettatura di origine della carne bovina a partire dal primo maggio 2002 dopo l'emergenza mucca pazza, per l'indicazione della varietà, qualità e provenienza dell'ortofrutta fresca, il codice di identificazione delle uova a partire dallo scorso primo gennaio 2004 e dal primo agosto l'obbligo di etichettatura anche per il miele.
Un percorso nel quale l'Italia si è posta all'avanguardia con l'approvazione della Legge 204/2004 che prevede l'obbligo di riportare l'origine dei prodotti agricoli contenuti in tutti gli alimenti.
Un'esigenza reale dimostrata dal fatto che, secondo l'ultimo rapporto Censis, a 8 italiani su 10 la manipolazione e la contaminazione degli alimenti fa più paura di epidemie, incidenti, povertà, perdita del lavoro e immigrati extracomunitari.
Per rendere più agevole l'applicazione delle nuove norme il Ministero della Salute ha istituito un gruppo di lavoro per l'emanazione delle Linee guida "ai fini della rintracciabilità degli alimenti e dei mangimi per fini di sanità pubblica ai sensi del Regolamento 178/2002" che saranno disponibili in gennaio.
Per garantire il pronto intervento nel caso si manifesti un pericolo per la salute dei consumatori, nelle linee guida sono previste indicazioni relative al ritiro e richiamo dei prodotti insieme a indicazioni relative agli obblighi degli operatori, alla documentazione e alla responsabilità in ordine all'applicazione della rintracciabilità.
Infine, la vendita di falsi prodotti alimentari spacciati per prodotti a denominazione di origine (Dop o Igp) fa scattare multe fino a ventimila euro.
Fonte: Coldiretti