UE: occorre un disciplinare comune
Produzione integrata e scelta dei fitofarmaci da utilizzare per la difesa e il diserbo in un'agricoltura di qualità: dall'Italia si evince la necessità che l'UE individui una “Linea Guida” comune, almeno a livello dei paesi della UE, per la definizione dei disciplinari, per migliorare ulteriormente l'intero sistema ortofrutticolo.
In particolare per l’applicazione
dei Regolamenti UE in materia di tutela agroambientalequali il 1257/99 e l’ex 2078/92, quelli stabiliti dai protocolli OILB (Organizzazione Internazionale di Lotta Biologica e Integrata) e recepiti anche dalla UE con delibera C(96)3864, Comitato Star UE, del 30 dicembre 1996 sotto il coordinamento e il controllo di un Comitato Nazionale istituito con Decreto Ministeriale.
Come già detto sopra, sarebbe utile
poter disporre di una linea guida
comune per la stesura dei disciplinari
di produzione integrata definita e
approvata in sede UE e applicabile nei
diversi stati membri.
Il disciplinare tecnico potrà poi essere sviluppato per ogni singola coltura e regione, intesa quest’ultima come area geografico-politica o come area omogenea per caratteristiche pedoclimatiche ed agronomiche.
Ciò permette e giustifica il superamento delle normali differenze pedoclimatiche in base alle quali a seconda delle zone o dei terreni una stessa coltura può presentare
avversità differenti oppure avversità
simili, ma con modalità diverse
(si pensi alle differenze tra il pesco
dell’Emilia Romagna e quello della
Sicilia o della Calabria).
Il disciplinare dovrà essere riconosciuto ed approvato dall’organo pubblico competente o, in alternativa, da un ente indipendente di certificazione accreditato in materia.
Quali fitofarmaci inserire
nel disciplinare?
La scelta dei fitofarmaci da inserire nel disciplinare e delle modalità da seguire è oggi legata soprattutto al rispetto di alcuni parametri tossicologici e di impatto ambientale e alla discussione
Per razionalizzare ulteriormente la
scelta e renderla più oggettiva, per
tener conto che l’attuale revisione dei
fitofarmaci in sede europea porterà a
mutamenti di classificazione e di
numero dei principi attivi e dei prodotti,per evitare inutili ed insane illazioni di partigianeria pro o contro un prodotto che spesso affiorano quando la scelta finale ricade su pochi soggetti,riteniamo si possa inserire un meccanismo
ancor più razionale di quelli attuali.
Il punto più importante è la
proposta di scindere le modalità di
scelta dei fitofarmaci in due filoni:
a) aspetti tossicologici, ambientali,
selettività e residualità negli alimenti,
tipologia di formulazione;
b) efficacia nella difesa dalle avversità
bersaglio e costo.
La prima categoria deve basarsi su
meccanismi di esame molto oggettivi,
che limitino al massimo il rischio di
personalizzazioni che altererebbero
anche il normale diritto di concorrenza
fra società produttrici e fra prodotti,
garantendo alti livelli di imparzialità
di giudizio.
La responsabilità di giudizio deve ricadere su reali dati
oggettivi e sul maggior numero possibile di informazioni, nonché sul coinvolgimento di un gruppo di lavoro specializzato e interdisciplinare.
Il principio attivo deve essere esaminato in ogni parametro (tossicologico, ambientale, di selettività, di residualità,
di rischio, ecc.) secondo lo
schema base della direttiva sull’autorizzazione all’impiego.
Nella nostra proposta si ipotizza un punteggio (min-max), che può essere valutato per ogni parametro oppure ulteriormente ponderato in un valore finale che raggruppa il giudizio su tutti i parametri.
Il valore ottenuto potrà poi
essere confrontato con un indice
soglia, con andamento crescente o
decrescente a scelta in merito alla pericolosità (nel nostro esempio, crescente),stabilita sempre in ambito di appositi gruppi di lavoro per la definizione delle linee guida dei disciplinari, che permetterà di collocare i fitofarmaci in due fasce:
– quella che noi definiamo a semaforo
verde, che raggruppa prodotti sotto
l’indice di soglia stabilita e quindi
impiegabili per questa parte di aspetti
secondo i soli vincoli e le istruzioni
riportate in etichetta;
– quella che noi definiamo a semaforo
arancione, comprendente i fitofarmaci
che si collocano sopra o al livello
dell’indice di soglia stabilita e quindi impiegabili con ulteriori limitazionid’uso rispetto a quelle indicate in etichetta.
Limitazioni che devono però essere semplici: vale a dire il numero di trattamenti per anno o per
ciclo colturale e/o la quantità massima
ad ettaro per anno o per ciclo colturale.
Sistemi di approccio come quelli
esposti sono già stati sviluppati in passato e in diverse realtà con funzioni tecniche organizzate per cui non sarebbe molto difficile riprendere l’argomento e il materiale già elaborato sotto questo profilo e formulare una proposta per il prossimo futuro.
La seconda categoria deve invece prevedere, come già avviene, la discussione nell’ambito di comitati tecnici locali e regionali, che coinvolgono tecnici e sperimentatori in seguito alle sperimentazioni ed alle prove e osservazioni di campo, nonché alle eventuali ricerche necessarie.
L’inserimento o meno di un fitofarmaco
nel disciplinare sarebbe quindi
lasciato all’esito delle discussioni e in questo caso rifletterebbe soltanto l’efficacia del prodotto nei confronti
della o delle avversità bersaglio.
Pur con qualche aggiustamento il modulo
organizzativo, attualmente in
uso in Emilia Romagna, risponde alle
esigenze del settore.
Il primo profilo di giudizio(tossicologico,ambientale, selettivo, residuale,ecc…) si deve basare su dati molto oggettivi ed è quindi in parte disgiunto dal secondo profilo (efficacia sulle avversità e costo), che, pur mantenendo riferimenti oggettivi ed imparziali,
deve scaturire dalla professionalità di
tecnici, sperimentatori ed agricoltori
specializzati.
Alla luce della revisione dei fitofarmaci in corso a livello europeo, che ridurrà di molto il numero di principi attivi
disponibili e li classificherà a livelli superiori rispetto agli attuali, c’è però chi propone di evitare di razionalizzare
ulteriormente la scelta dei fitofarmaci
con liste positive e negative e di
accettare come valida la classificazione europea.
La produzione integrata dovrebbe concentrarsi maggiormente
sulla parte agronomica (fertilizzazione, irrigazione, pratiche agronomiche, scelta varietale, ecc…) in modo da dare segnali più netti di differenziazione dalla produzione convenzionale.
Anche questa è una proposta
da esaminare; in ogni caso vorremmo
che sulla materia si aprisse un
dibattito per arrivare ad una soluzione
razionale e valida per l’immediato
futuro.
Es. di valutazione per il primo profilo
(tossicologico, ambientale, residuale, ecc…)
Voce Punteggio Peso Indice
(min 0, max 100) (%) Totale
DL 50 30 20% 6
CL 50 60 10% 6
Frasi di rischio 40 20% 8
Residualità suolo 50 10% 5
Residualità alimento 60 20% 12
Residualità acque 60 10% 6
Selettività 50 10% 5
Totale 100% 48
Ipotesi di soglia stabilita :
Verde < 55
Arancione > (o uguale) 55
Il fitofarmaco si trova quindi nella classe verde 12
Fonte: Ortofrutta notizie