Gli agricoltori produrranno energia
C’è una stretta interdipendenza fra energia, ambiente e agricoltura. E si prefigura una nuova figura: l’agricoltore produttore non solo di beni alimentari, o di servizi ambientali, ma anche di energia per la collettività.
Sono le conclusioni a cui ha portato il prof. Giuseppe Pellizzi (Università di Milano), con la sua prolusione “Energia e agricoltura: problemi e prospettive delle fonti rinnovabili” che ha inaugurato recentemente a Bologna il 198° Anno Accademico dell’Accademia Nazionale di Agricoltura (ricordando che già nel lontano 1870 Antonio Pacinotti aveva tenuto, sempre presso l’Accademia, una lettura sulla possibile utilizzazione del calore solare!).
E’ una tematica di grande attualità in un mondo globalizzato, dove le risorse energetiche tradizionali si stanno velocemente esaurendo: l’attuale consumo annuo di petrolio è quattro volte superiore rispetto all’apporto dei nuovi giacimenti e per i prossimi 30-35 anni il petrolio rimarrà la principale fonte di energia. L’esaurimento delle scorte è ancor più rapido alla luce dei dati sui consumi della Cina, la cui domanda energetica è quasi raddoppiata nell’ultimo decennio e sarà, entro il 2020, analoga a quella degli USA.
Tutto questo mentre il gas naturale mostrerà crescenti consumi a scapito del carbone, mentre assai incerto è il futuro del nucleare.
Entro i prossimi 6 anni (2012), occorrerà dunque portare il contributo delle energie rinnovabili al 15% almeno del totale degli attuali consumi mondiali, stimati nell’ordine di 9.000 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio), ma suscettibili forse di raggiungere i 14.000 Mtep/anno nel 2020, con un aumento, quindi, che interesserà i Paesi in via di sviluppo per circa il 60% del totale.
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