L’agricoltura italiana deve essere tutelata
Si discute in questi giorni riguardo alle nuove disposizioni, in tema di agricoltura, che il ministro Alemanno sta delineando attraverso un disegno di legge appena presentato alla Camera.
Il problema principale da risolvere rimane quello dei troppi passaggi che esistono tra il punto di partenza e quello d'arrivo di un prodotto: questo appesantisce eccessivamente il ricarico sul prezzo finale, oltre a creare enormi "distorsioni" sul piano della qualità.
Per provare a risolvere questo problema, il disegno di legge prevede l'introduzione dell'obbligo di destinare una superficie minima, sia nelle grandi strutture commerciali sia nei mercati rionali, esclusivamente alla vendita di prodotti agroalimentari regionali (ipotizzata per un 20%, in attesa delle decisioni delle singole regioni).
La questione dovrebbe essere definita da un'intesa istituzionale tra Stato, Regioni ed Enti locali con le organizzazioni della distribuzione alimentare.
Proprio su questo punto, per le organizzazioni della grande distribuzione considerano la norma un'inaccettabile interferenza nei processi di sviluppo delle imprese.
Nell'insieme, il Piano straordinario per la ristrutturazione delle filiere agroalimentari, mira a dare priorità ai settori in crisi, in cui sono più evidenti i segnali di debolezza strutturale.
Il ministro Alemanno sottolinea che ormai da tempo la politica di contenimento dei costi dei fattori di produzione non è la sola strategia praticabile. Quindi ci siamo concentrati su logiche di sistema, con al centro l'impresa agricola professionale, finalizzate per aumentare la capacitài aggregare l'offerta e qualificare la produzione in un processo di integrazione delle filiere per una più equa distribuzione del valore aggiunto.
Tra i punti più importanti, oltre a quello menzionato,vi è la costituzione di un tavolo interministeriale per coordinare e tutelare il Made in Italy agroalimentare, e "Tavoli di filiera" per la programmazione delle produzioni e la definizione degli elementi di tracciabilità e di etichettatura d'origine dei prodotti.
Fonte: La Stampa