Niente spazi commerciali ai prodotti regionali
L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 19 ottobre 2005, ha deciso di inviare un parere alla Camera e al Governo con il quale auspica che venga eliminato dal decreto legge n.182/2005 l'obbligo di riserva obbligatoria di spazi commerciali a favore dei prodotti agricoli regionali. La norma, introdotta con un emendamento approvato il 12 ottobre dalla 13ª Commissione Agricoltura della Camera, prevede la fissazione, da parte delle Regioni, di una percentuale minima della superficie di vendita delle grandi strutture commerciali da destinare esclusivamente alla vendita dei prodotti agricoli e agroalimentari regionali. La percentuale è fissata in via provvisoria al 20 per cento.
Per l'Autorità, che ha inviato il parere al Presidente della Camera dei Deputati, al Presidente della 13ª Commissione Agricoltura della Camera, al Ministro delle Politiche Agricole e Forestali e al Ministro delle Attività Produttive, la previsione si pone in netto contrasto con i principi nazionali e comunitari a tutela della concorrenza, producendo gravi effetti distorsivi delle dinamiche concorrenziali esistenti sia nel settore della distribuzione commerciale dei prodotti agricoli e agroalimentari, sia nei settori a monte della produzione di tali beni.
Secondo l'Antitrust l'introduzione di forti vincoli alla libertà d'impresa in materia di politiche di approvvigionamento della grande distribuzione organizzata (GDO) comporta una riduzione del grado di concorrenza tra le imprese attive nel settore distributivo, dovuta al ridimensionamento dei margini di manovra possibili su questa importante variabile competitiva.
Si registrerebbe inoltre una perdita di efficienza con gravi ripercussioni sui prezzi finali di vendita e sulla gamma dei prodotti offerti.
Anche nei settori agricolo e agroalimentare l'emendamento rischia di avere effetti controproducenti.
La certezza di uno sbocco commerciale può infatti rappresentare un disincentivo a perseguire tutti quei miglioramenti delle condizioni di offerta, quali una maggiore concentrazione produttiva e commerciale, la riduzione dei costi, la standardizzazione della qualità, ecc., che soli potrebbero consentire un reale incremento dell'efficienza e della competitività delle produzioni regionali.
Lo sbocco commerciale garantito ai produttori locali rappresenta inoltre, per l'Antitrust, un'ingiustificata discriminazione nei confronti dei produttori di altre regioni, italiane oltre che estere, i quali hanno già investito nel miglioramento della propria efficienza e della propria capacità competitiva e che si vedono sottratti per legge possibili sbocchi di mercato per le proprie produzioni.
Fonte: Greenplanet.net