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Assegnato a Filippo La Mantia il “Premio Artusi” 2024

Il Premio della città di Forlimpopoli su proposta di Casa Artusi viene assegnato oggi, sabato, 19 Ottobre alle ore 17 in Chiesa dei Servi, Casa Artusi, in Via Andrea Costa 27, Forlimpopoli (FC) a Filippo La Mantia.

Filippo La Mantia che si definisce oste e cuoco per vocazione, faceva il fotoreporter. A 25 anni il carcere. L’Ucciardone, nella sua Palermo. La «colpa»? Essere stato l’ultimo affittuario della casa da cui erano partiti i colpi che avevano ucciso Ninni Cassarà, stretto collaboratore del magistrato Giovanni Falcone nell’allora pool antimafia. La fine di un pezzo di vita per Filippo La Mantia, classe 1960, quello di cucinare  un sogno messo bene a fuoco proprio in cella. «Ho mosso i primi passi tra i fornelli a 14 anni. All’Ucciardone ho continuato a farlo per me e per gli altri 11 detenuti, immaginando di essere a casa. E nella speranza, mai riposta, che prima o dopo avrebbero riconosciuto la mia innocenza. Sei mesi più tardi, il 24 dicembre 1986, l’ordine di scarcerazione firmato da Giovanni Falcone: il sogno che si realizzava».

Fuori dal carcere, la nuova vita. Con una certezza, quella di fare lo chef. Le prime esperienze in Sicilia, poi a Roma. Per La Mantia «è stata dura ricominciare a 40 anni ma pian piano ho ingranato e ho sognato di avere un locale mio».
Così nel 2002 apre il suo primo ristorante, «Zagara». Da buon siciliano, vive alla giornata. Gli piace cambiare. Nel 2006 accetta di trasferirsi in Indonesia, dove fa da consulente per il resort «Losari Coffee Plantation», a Giava. Torna nella capitale e apre «La Trattoria», a due passi dal Pantheon: il suo palcoscenico. Nel 2008 va al «Safina», ristorante del «Pevero Golf Club di Porto Cervo». Ma il legame con la città e i suoi abitanti lo riporta a Roma, dove cucina per capi di Stato e rock star. Nel 2015 apre il «Ristorante La Mantia» in piazza Risorgimento a Milano. Alla fine del 2020 l’ultimo servizio: la pandemia lo costringe a chiudere. In attesa di aprire in una nuova location, cucina il suo delivery dal collega e amico Giancarlo Morelli.

Tra i successi gastronomici del cuoco ricordiamo in particolare una cena di gala. Il 7 dicembre 2017 Filippo La Mantia cucina per la «prima» del «Teatro alla Scala» di Milano. L’opera è l’«Andrea Chenier» di Umberto Giordano: 500 gli ospiti nei saloni della Società del Giardino in via San Paolo.
Il menu? Riso con brodo di cappone e formaggio fresco, marroni tostati e foglia di pane al sapore di finocchietto. A seguire un falso magro di gallina con dentro di tutto. Infine la ratatouille, che ricorda la sua caponata invernale, e il mini panettone a forma di albero di Natale. Un trionfo.

Fonte: Cook-Corriere della Sera

Il programma della premiazione inizia con i saluti istituzionali di Milena Garavini, Sindaco di Forlimpopoli e Laila Tentoni, Presidente Casa Artusi.

Durante l’incontro si parlerà del tema: “Il cibo nella Casa Circondariale” con gli interventi di:

Lia Benvenuti, direttrice dell’agenzia formativa di Forlì-Cesena Technè

Sandro Gallo, referente Associazione Prisonfelloship dell’Emilia-Romagna

Roberto Morgantini, fondatore delle cucine popolari di Bologna

Filippo La Mantia, oste e cuoco

Introduce e coordina: Andrea Segrè, Comitato Scientifico Casa Artusi, Università di Bologna e Andrea Corsini, Assessore al turismo della Regione Emilia-Romagna

Musica dal vivo con Giuseppe Scarpato.

Segue aperitivo con caponatina e Cuscussù ricetta n.47 a cura di Casa Artusi con Filippo La Mantia.