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L’UE liberalizza l’uso internazionale per 17 nomi di vini italiani

“Nonostante il monito del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi contro la pirateria e a difesa della proprietà intellettuale, il Comitato di gestione vino della Ue, riunito il 10 febbraio a Bruxelles, non è riuscito a fermare la proposta della Commissione europea che ‘liberalizza’ l'uso internazionale di 17 ‘menzioni’ tradizionali riservate a prestigiosi vini italiani: dal Brunello all'Amarone, dal Morellino al Vinsanto, dal Recioto al Gutturnio.”
E' la Coldiretti a sottolineare che, nonostante il voto contrario dell'Italia e dei principali Paesi produttori, la Commissione procederà a formalizzare il testo che entrerà in vigore nei prossimi giorni, se non ci sarà l'auspicata opposizione dei Commissari europei.
“Si tratta – precisa la Coldiretti – della modifica del Regolamento N.753/02 sulle modalità di designazione, denominazione, presentazione e protezione dei vini che riservava all'Italia la protezione nell'uso di 17 ‘menzioni’ tradizionali che potranno essere ora utilizzate anche per vini ottenuti in Paesi extracomunitari, purchè questi si attengano a determinati criteri quali, ad esempio, la dimostrazione dell'uso nel passato. Non sarà, però, più necessario – precisa la Coldiretti – che la stessa menzione sia stata riconosciuta o protetta in un quadro legislativo nazionale come si richiede attualmente.”

In pratica se verrà presa questa decisione si darà “via libera – sottolinea la Coldiretti – alla vendita del Brunello argentino, dell'Amarone sudafricano, del Morellino neozelandese, del Vinsanto australiano, del Recioto cileno e del Gutturnio Made in Usa. Una scelta giustificata dalla volontà di favorire l'accordo sul commercio internazionale sotto la pressione proprio di Australia, Usa, Nuova Zelanda e Sud-America, ma che rischia di rompere il legame tra i prodotti e il territorio che rappresenta il vero valore aggiunto della vitivinicoltura italiana ed europea.”

“La lotta all'agropirateria – conclude la Coldiretti – è un passaggio fondamentale del negoziato del Wto per garantire un commercio leale e salvaguardare le produzioni tradizionali dalle contraffazioni internazionali, a vantaggio dello sviluppo locale di tutti i Paesi. L'attenzione nei confronti della tutela dei prodotti alimentari tipici minacciati dalle imitazioni è una scelta di trasparenza di mercato che per l'Europa e l'Italia ha anche un'importante ricaduta economica e occupazionale.”