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La “Pasta di Gragnano” candidata all’Igp

La pasta di Gragnano candidata al marchio d'indicazione geografica protetta.
Sapori, storia e tradizioni.
Lo ha dichiarato il Consigliere del Ministro Alemanno, Rosario Lopa, a margine della presentazione presso la Camera di commercio di Napoli della Festa Europea della Pasta.
E' nata dal cuore dell'antica cittadina, nella Valle dei Mulini a sud del Golfo di Napoli.
E' il simbolo per eccellenza della tipicità gastronomica campana e della dieta alimentare.
Proprio la città di Gragnano, grazie alle condizioni microclimatiche ed alle conoscenze professionali tramandate di padre in figlio, è famosa nel mondo per la qualità dei sui maccheroni fin dall' inizio dell' 800 quando si contavano oltre 70 pastifici.
La semola è ottenuta dai grani duri , l' impasto avviene con acqua delle sorgenti delle pendici del Monte Faito, e la trafila al bronzo, per ottenere la necessaria rugosità superficiale, ne fanno una pasta unica e irripetibile. Tra i caratteri distintivi della pasta di Gragnano ci sono la trafilatura e l'asciugatura. E' noto infatti – continua l’esponente del Mipa – che ruvidità migliora l'attaccatura del sugo alla pasta cotta. Appartiene alla categoria della pasta secca ed è presente in diversi formati, molti dei quali appartengono alla tradizione locale come le candele, lunghe circa mezzo metro, le mafaldine, ideate in onore di Mafalda di Savoia, i tripolini, dedicati alla conquista coloniale della città libica di Tripoli, e la pasta Piedigrotta, ispirata all'omonima festa napoletana. Un prodotto che è specchio dell'Italia più genuina e delle sue secolari tradizioni e che oggi si candida all'Igp.
Con l'inizio della procedura di riconoscimento, voluto dal Ministro Alemanno, presso il Dipartimento della qualità retto dal Direttore Generale, Laura La Torre, del Ministero delle Politiche agricole e forestali, la Pasta di Gragnano diventa la prima pasta in assoluto ad aver avviata l'istruttoria per l'attribuzione per l'attribuzione del marchio di qualità in sede comunitaria: con il marchio di indicazione geografica protetta la produzione campana della pasta può ulteriormente rafforzarsi – sottolinea Lopa – garantendo quel salto di livello ai produttori verso il mercato internazionale, in uno sforzo di sintesi tra vari interventi e strumenti in grado di mettere insieme le realtà produttive della nostra provincia e regione. Tutto questo, con un ruolo attivo intorno a filiere in grado di autoregolamentarsi , come più volte ha ribadito il Ministro Alemanno, capaci di fare sistema a di dare dignità al mercato agroalimentare e le necessarie garanzie al consumatore.
I produttori della Pasta di Gragnano sono riuniti nel Consorzio Gragnano Città della Pasta.
Il Consorzio raggruppa 98% della produzione dell'area sia in termini di volumi che di fatturato.
I nove stabilimenti della Pasta di Gragnano ricoprono circa il 7% della produzione nazionale di pasta (227.500 tonnellate ogni anno.
Ogni anno si producono circa 455 milioni di pacchi di Pasta di Gragnano per un bacino di consumatori stimato attorno ai 7 milioni di persone.
La Pasta di Gragnano rappresenta circa il 10% dell'export di pasta italiano e viene rivenduta in 42 Paesi: i mercati principali sono Usa, Gran Bretagna, Giappone, Germania, Africa Occidentale. A favorire la ripresa dei consumi di pasta – ha concluso Lopa – hanno contribuito i recenti studi medici sugli effetti benefici per la salute che hanno rilanciato il valore della dieta mediterrane e hanno dimostrato che la pasta di grano duro è ricca di carboidrati che esercitano un'azione calmante, antidepressiva e di concentrazione.
Favorevole anche il contenimento dei prezzi che secondo i dati Ismea AcNielsen si sono ridotti in media dell'1,5%.

Fonte: Mipaf