Tecnologia per ottenere la qualità globale del vino
Aula Magna dell'Istituto Agrario di San Michele all'Adige, gremita di produttori, tecnici e ricercatori provenienti da tutta Italia per il recente incontro dedicato alla qualità globale del vino, tra tecnologia e salute.
Vino di qualità migliore con la decodifica del genoma della vite
Grande interesse del mondo produttivo nel garantire qualità e salubrità dei vini
“Il completamento della decodificazione del genoma recentemente annunciato dai ricercatori di San Michele offre opportunità nuove ed eccitanti sia al mondo della ricerca che al mondo produttivo per migliorare concretamente la qualità dell’uva e dei prodotti derivati, anche per quanto riguarda gli aspetti nutrizionali e salutistici” ha esordito Roberto Viola, direttore del Centro Sperimentale dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige aprendo l’incontro di aggiornamento “La qualità globale del vino tra tecnologia e salute”, organizzato dall’Istituto Agrario in collaborazione con “VQ”, mensile di viticoltura ed enologia.
Il convegno, che ha visto una massiccia rappresentanza del mondo produttivo vitivinicolo trentino ed italiano, ha evidenziato l’estremo interesse dei produttori nel garantire salubrità e qualità del prodotto enologico, quindi l’applicazione di tecniche appropriate per controllare l’assenza nel vino di odori indesiderati, tossine ed altri contaminanti, una preoccupazione estremamente sentita tanto dai produttori italiani quanto dai consumatori.
“Il collegamento tra la ricerca genomica e le ricerche sempre più avanzate in campo di analisi composizionale del vino stanno aprendo nuove frontiere sia per la ricerca che per l’industria viti-enologica. Inoltre, dalle informazioni sulla biologia della pianta potremo sviluppare un’agricoltura ancora più sostenibile e competitiva”, ha aggiunto Riccardo Velasco, coordinatore del progetto genoma della vite.
Alla luce dell’avvenuta decodifica del genoma della vite cambierà la qualità dell’uva e del vino. “Potrà prendere strade diverse -ha spiegato il ricercatore Fulvio Mattivi- a seconda delle scelte che faranno gli istituti di ricerca ed i produttori”. Ma una cosa è certa: uno degli aspetti che migliorerà sarà quello salutistico sia perché si andrà verso piante più resistenti che richiedono meno trattamenti con benefici diretti al viticoltore, al consumatore e all’ambiente, sia perché c’è una forte attenzione nell’ottimizzare il contenuto di quei composti che hanno una valenza salutistica.
No al vino artefatto, privo di tipicità – è stato detto- sì al vino di qualità globale, attentamente e scrupolosamente controllato lungo tutta la fiera di produzione. Per questo servono tecnologie efficienti in grado di garantire qualità e allo stesso tempo tenere sotto controllo ogni tipo di contaminazione. E’ stato evidenziato, a questo proposito, il ruolo dell’Istituto Agrario, all’avanguardia nelle metodologie per il controllo della qualità.
All’incontro, moderato da Costanza Fregoni, direttore della rivista VQ, sono intervenuti i maggiori esperti e studiosi di vino a livello nazionale. Da segnalare l’intervento di Gianni Gasperi, presidente di Assoenologi del Trentino.