Giornata di “Guerra alla droga”
Lunedì 26 giugno ricorre la giornata di "guerra alla droga", ma guerra implica repressione, morte, solitudine. La LILA chiede che si abbandonino le politiche punitive dell'attuale governo e che si apra gli occhi sulla realtà italiana e mondiale.
In Italia la politica repressiva del Governo Berlusconi ha creato solo marginalità, aumento delle carcerazioni e del sommerso, esponendo migliaia di consumatori al rischio di contagiarsi con i virus dell'HIV/HCV/HBV.
Il nostro Paese è oggi all'ultimo posto nella prevenzione ed è in contrasto con la politica europea che, con il documento Catania approvato dal Parlamento europeo, raccomanda il rafforzamento dei servizi a bassa soglia e l'incremento dei progetti di riduzione del danno.
La LILA chiede quindi al nuovo Governo, ed in particolare ai ministri Turco e Ferrero, di munirsi non di manette e nuove comunità-carceri ma di una politica sociale, di abbandonare la privatizzazione del servizio sanitario e il taglio di contributi, di potenziare i servizi territoriali pubblici e le associazioni di settore.
L'associazione chiede di rispettare quanto ha espresso, nel 1993, la volontà popolare italiana con il referendum e di considerare quanto emerso da ben tre Conferenze governative sulle droghe, oltre che a convocare rapidamente una nuova Conferenza governativa in risposta a quella di Palermo del dicembre scorso.
La LILA propone quindi di:
Realizzare campagne efficaci di riduzione del danno sull'ecstasy e le altre sostanze di sintesi, in modo che nei luoghi di consumo possa essere reperibile un'informazione credibile realizzata attraverso operatori di strada, e alla pari all'interno delle discoteche, così come accade in Austria e in Svizzera.
Rendere possibile l'analisi rapida delle sostanze in laboratori mobili per informare della composizione delle stesse a chi fa uso delle pastiglie acquistate al mercato illegale.
Procedere alla depenalizzazione della cannabis, inserendola nella stessa classe di sostanze di alcool e sigarette e contrastandone l'abuso.
Dimettere dalle carceri tutti i detenuti con problemi legati all'uso delle sostanze e in HIV, riconoscendo trattamenti alternativi sul territorio.
Equiparare il trattamento in – carcere e all'esterno, dagli strumenti di profilassi e prevenzione ai trattamenti farmacologici, psicologici e sociali.
Avere il coraggio di sperimentare interventi innovativi, di provata efficacia a livello internazionale, come le shooting rooms per ridurre sensibilmente il numero dei morti per overdose in Italia (ancora elevatissimo rispetto agli altri Paesi europei);
Essenziale rimane la – lotta al narcotraffico, figlio del proibizionismo, e ai suoi profitti che sono i canali principali di riciclaggio del denaro sporco e del traffico d'armi, costruiti sulla salute delle persone.
Fonte: Helpconsumatori.it