I castelli e la strada del vino del Sudtirolo
Bolzano e i suoi castelli, immersi tra vigneti che ogni anno danno vita a pregiati vini.
Un viaggio affascinante attraverso una terra solare, piena di profumi e colori, dal clima mite, ideale per la coltivazione della vite. La Strada del Vino è la più antica strada del vino italiana: lungo i suoi 30 chilometri di percorso si incontrano zone viticole molto diverse tra loro, dalle colline a pendii più ripidi e soleggiati, dalle terrazze panoramiche ad alta quota a zone esposte al dolce vento. Una varietà eccezionale e seducente, che partendo da Bolzano, attraversa sette comuni, fino a giungere al confine con il Trentino. Bolzano, capoluogo di provincia con la qualità della vita più alta d’Italia; Bolzano, città cosmopolita, incontro di culture, italiana e tedesca; Bolzano con i suoi centomila abitanti, un centro storico a misura di bicicletta, musei e aree verdi curatissime, in uno scenario naturale privilegiato; Bolzano città di castelli e vigneti. Bolzano e il suo cuore, piazza Walther. Da lì si possono raggiungere facilmente tutti i luoghi di maggiore interesse della città: il Duomo gotico, via della Mostra con le case nobiliari, via dei Portici, via dei Bottai con le insegne in ferro battuto, il Museo Archeologico e Ötzi, l’uomo venuto dal ghiaccio. Bolzano, città dello shopping. Passeggiando tra i portici si raggiunge Oberrauch Zitt, il negozio del loden per eccellenza, dove trovare le giacche di lana cotta, i cappotti, le mantelle, i pantaloncini di scamosciato per i bambini. O ancora Seibstock, il tempio della gastronomia altoatesina, tra speck, salsiccette di camoscio, cervo e canederli. Per gli appassionati di vino poi c’è via Dr. Streiter, la strada delle enoteche: in pochi metri se ne trovano diverse, tutte frequentatissime a ogni ora del giorno. Bolzano e i suoi portici: nati per lo shopping, nascondono molte sorprese. Le case che fiancheggiano la strada, addossate le une alle altre, hanno un’architettura tardogotica, sono strette, ma profonde anche 50 metri: basta entrare in un portone o nei passaggi, che le attraversano per ritrovarsi nelle vie retrostanti, per scoprire insospettabili lucernari, a volte coperti da vetrate, per far passare la luce e l’aria e tenere al fresco d’estate le derrate alimentari, che un tempo venivano immagazzinate lì. L’invidiabile posizione di Bolzano consente di passare in poco tempo dall’allegra confusione dei portici alla frizzante aria di montagna. Basta salire con una delle tre funivie che partono dal centro città e raggiungono Renon, San Genesio o il Colle di Villa, la funivia più vecchia del mondo. Sempre a Bolzano iniziano bellissime passeggiate sul Lungotalvera (con spazi attrezzati per bambini e pista ciclabile) e di S. Osvaldo, che va dal ponte di S. Antonio a Santa Maddalena, con una vista sui tetti della città e sull’ampia conca. E poi le tante passeggiate tra i vigneti, situati in città e soprattutto nei suoi dintorni. Vale la pena visitare il convento dei Benedettini di Muri a Gries, (con la Vecchia Parrocchiale gotica del 1400), circondato da vigneti di uve Lagrein. Bolzano e i suoi castelli: Castel Roncolo, immerso tra i vigneti, spicca per la sua bellezza. Imperdibile il suo prezioso ciclo di affreschi profani, che ripercorre autentiche saghe cavalleresche medievali, dove ammirare scene di caccia, giochi di corte e corteggiamento, le delizie della vita cortese e alcune importanti vicende tratte dalla letteratura dell´epoca. Tra le stanze più interessanti la “stanza da bagno” e la “stanza del Torneo”, dove è affrescata una grande giostra cavalleresca, alla quale assistono, dalle finestre e dai balconi di un vicino castello, giovani dame. E ancora Castel Mareccio, simbolo della città, sito a ridosso del centro storico, immerso in un vigneto di pregiate uve Lagrein, con un incantevole vista sul Catinaccio – Rosengarten. Il castello oltre a essere visitabile (prenotazione obbligatoria) è spesso sede di importanti manifestazioni, non ultima la Weinkost, l’appuntamento annuale per gli appassionati di vino che si tiene ogni anno ad aprile e che mette in mostra i pregiati vini autoctoni, primi fra tutti il Lagrein , la Schiava e il Gewürztraminer – Termeno aromatico, oltre ad altri eccellenti vini tutti doc prodotti in Alto Adige, come ad esempio il Pinot Nero, il Sylvaner e il Kerner. Per una sosta enogastronomica, si può raggiungere Castel Flavon – Haselburg, che vanta tra l’altro un vino esclusivo, che viene coltivato e prodotto nelle proprietà del maniero: si tratta dell’ottimo “Zweigelt”. Sempre passeggiando per Castelli, si incontra Castel Firmiano, emblema dell´Alto Adige, dove verrà inaugurato nel 2006 il Museo della Montagna, progetto voluto e realizzato da Reinhold Messner. E da Bolzano parte la Strada del Vino, attraverso la sua conca, fino a raggiungere Appiano, una terrazza naturale, che come gli altri centri lungo la Strada del Vino, è al tempo stesso un centro vitale e un´oasi di quiete nel verde della natura e delle colline ricche di pregiati vigneti. I castelli, le residenze e le case padronali testimoniano una storia centenaria, che è vissuta ancora oggi nello stretto connubio con la viticoltura. Molto interessanti da vedere sono le residenze signorili del XVI e XVII secolo costruite nel cosiddetto stile d´Oltradige, che fanno di Appiano il "paese della nobiltà" e il Castello d’Appiano, un´imponente costruzione del XII secolo che conserva, nella cappella di Santa Maddalena nel cortile interno uno splendido ciclo di affreschi romanici di influenza bizantina. Tra gli affreschi una ragazza con un tegame pieno di canederli: si tratta della prima rappresentazione del tipico piatto altoatesino. Sui dolci pendii attorno ad Appiano prendono vita i bianchi Weißburgunder, il Chardonnay e il Pinot grigio. Per una sosta enogastronomia ad Appiano vale la pena Zur Rose, ristorante stellato Michelin. Scendendo verso sud sulla Strada del Vino si raggiunge Caldaro, dove viene prodotto un vino molto conosciuto, il Kaltersee, che prende il nome dal lago di Caldaro. Il paese è noto anche per il Museo del Vino, un viaggio affascinante attraverso la storia del vino, la sua produzione e la sua cultura. Dormire in un Castello sulla Strada del Vino? Castel Aehrental, a Caldaro, è il luogo ideale per una sosta di relax: un favoloso panorama accompagnato da un’ottima cucina. Da visitare anche Castel Ringberg, di fronte al Lago di Caldaro, una delle cantine di Elena Walch, architetto di formazione, diventata nel 1985 produttrice dopo il matrimonio con il discendente di una delle più antiche dinastie del vino, Werner Walch. Elena Walch è una delle principali protagoniste di una nuova cultura del vino in Alto Adige, che ha avviato una vera e propria rivoluzione qualitativa tra i produttori di questo territorio, sempre più al centro dell’attenzione di esperti e appassionati di vino. Tra le sue tenute, oltre a Castel Ringberg, il Kastelaz, un vigneto collinare esposto a sud, in una cornice di cipressi, che domina il centro di Termeno, località situata poco oltre Caldaro, e famosa per i suoi vini bianchi e in particolare per il Gewürztraminer. Tra i riconoscimenti alla cantina di Elena Walch i "tre bicchieri" della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso al Cabernet Sauvignon riserva 1997 Castel Ringberg e al Gewürztraminer Kastelaz 1997. Un piccolo gioiello di storia dell’arte sacrale si trova all’interno della chiesetta di San Giacomo di Castellaz, poco sopra il centro di Termeno. Un ciclo di affreschi degli inizi del XIII secolo raffigurazioni bestiari medievali, unici nella pittura romanica. E ancora Magrè dove è sopravvissuta al tempo la più antica vite dell’Alto Adige (1601), come pure i vicoli pittoreschi che custodiscono stili architettonici in perfetta commistione: da notare gli eleganti portali, i gotici erker, le scalinate e le logge, le caratteristiche fontane ed infine le finestre con arco a tutto sesto in pietra. A Magrè si può far visita alle Cantine di Alois Lageder, tra le più prestigiose dell’Alto Adige. Tra le proprietà Tòr Löwengang, fondata a inizio ´800, 31 ettari di proprietà e Casòn Hirschprunn, un castello acquistato dai Lageder nel ´91, con tenuta e 32 ettari vitati. Sullo sfondo, per una sosta rilassante, Vinoteque im Paradeis, un luogo di incontro e degustazione degli eccellenti vini di Casa Lageder. E infine Salorno, stella del sud dell’Alto Adige, è un antico centro, caratterizzato da numerose case patrizie dell´epoca rinascimentale e barocca. Circondato da montagne boscose e immerso tra frutteti e vigne, il paese rappresenta un angolo meraviglioso, meta ideale di passeggiate nella natura. Le fertili terre di Salorno, votate sin da tempi antichissimi alla viticoltura, godono di condizioni climatiche eccellenti per la produzione di spumanti e vini rossi e bianchi dal carattere deciso. In tempi passati, personaggi come Napoleone, Martin Luther e Albrecht Dürer ne apprezzarono il fascino, sostandovi nelle loro visite lungo la via del Brennero. Sul lato sinistro della valle, in cima a un pinnacolo roccioso poco a sud del paese, si possono ammirare le rovine dell´antico Castello di Salorno (Haderburg): scenograficamente è uno dei castelli più suggestivi nel panorama dell´architettura nell´arco alpino. Il castello dà il nome anche a un’azienda agricola, la Weingut Haderburg condotta dai fratelli Luis e Christine Oxenreiter, che dà vita a un eccellente spumante. Sempre nei pressi di Cortaccia e Magré sorge un’altra famosa realtà vitivinicola, la Tiefenbrunner Castel Turmhof, conosciuta e apprezzata per i suoi vini bianchi. Oltre alle cantine è possibile visitare, accompagnati dal signor Tiefenbrunner, proprietario del Castello, il giardino delle favole: un mondo incantato di figure bibliche e tratte dalle favole popolari intorno a un affascinante laghetto. La Gola del Rio delle foglie (Bletterbach), situata poco sopra Aldino ai piedi del Corno Bianco, è un anfiteatro naturale di strati rossastri, noto come il più grande canyon dell’Alto Adige. Tra le gole più selvagge d’Europa, è considerata un vero fenomeno geologico, attraverso il quale leggere “la storia”: la gola rappresenta infatti il più importante sito mondiale di tracce di animali di un lontano periodo, che i geologi chiamano Permiano (circa 260 milioni di anni fa). Orme della stessa età provengono da pochissimi altri luoghi al mondo, tuttavia quelle del Bletterbach sono in assoluto le più numerose e differenziate.