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Il turismo dell’anima

Lontano dal mondo, in serena solitudine, i turisti dell’anima sono in costante aumento.
È questo il momento per ritrovare l’armonia in conventi e monasteri, dedicando le giornate alla riflessione ed agli incontri con intellettuali e uomini di Chiesa.
In questo modo i laici hanno la possibilità, tuffandosi nel silenzio, di riscoprire il valore della preghiera e il desiderio di riflettere sulle grandi domande esistenziali.
Sono veramente molti i turisti che hanno scelto questo tipo di vacanza particolare, scoprendo nel frattempo alcuni dei luoghi più belli della Penisola: da Vallombrosa a Camaldoli, da Montecassino ad Assisi, Todi ad Oropa (Biella).
In Italia sono oltre trecento i monasteri e le abbazie disponili ad accogliere, nella pace dei loro luoghi di lavoro e di preghiera, i laici in cerca di suggestioni e ritmi più distesi.
È un turismo in evoluzione, che coinvolge anche molte donne, attratte dalla vita semplice, scoprendo un diverso modo di vivere, anche sotto l’aspetto gastronomico.
Questi turisti si fermano, quasi sempre pochi giorni, ospitati nelle celle dei monaci o in camere appositamente approntate.
È in sostanza una vacanza dell’anima e della riflessione, lontana da tutti e soprattutto fuori dai soliti ritmi, anche se in alcuni eremi ed abbazie, il televisore ha già fatto la sua comparsa, pur se limitato ai servizi giornalistici.
È possibile incontrare intellettuali eccellenti, ma anche semplici “nomadi” da “week-end”. In genere questi rifugi sono solo maschili o solo femminili, ma talvolta con disponibili sistemazioni separate, per uomini e donne nello stesso complesso.
Tra celle e passeggiate nei chiostri, la vita scorre serena e ordinata ed è buona norma che gli ospiti accolgano l’invito a partecipare alla liturgia quotidiana. È questa la felice occasione di rivolgersi al Divino e di ascoltare i monaci innalzare lodi e preghiere, che si alternano a momenti di meditazione.
Si possono trovare monasteri di tipo “benedettino”, arroccati sulle montagne o isolati in caratteristiche zone collinari o di aperta campagna.
I conventi “francescani” o “domenicani” invece sono nati nei secoli passati per convertire le masse, quindi queste strutture si trovano subito fuori dalle mura di città, una volta fiorenti e particolarmente animate.
Un programma della giornata-tipo vacanze spirituali inizia, in genere, con sveglia dei monaci alle cinque del mattino.
Diverse Congregazioni, nel cuore della notte, suonano il “Mattutino”, ma gli ospiti-turisti sono esentati, anche se nel silenzio notturno le preghiere assumono una diversa dimensione.
Dopo la colazione delle otto, accompagnata da una preghiera, gli ospiti si dedicano a lavori manuali o intellettuali.
Arrivano, a volte, anche alcuni giornali.
La S. Messa viene celebrata alle ore dieci e, dopo il rintocco delle campane di mezzogiorno, i monaci si raccolgono in preghiera dell’”Ora Sesta”.
Nel refettorio,alle dodici e trenta, tutto è pronto per il pranzo a cui segue una breve ricreazione.
I conventuali riprendono il lavoro e gli ospiti hanno così modo di consultare libri e riposarsi. Alle diciassette è l’ora dei canti dell”Ora Nona” e talvolta nei festivi vengono celebrati i Vespri..
Alle diciannove e trenta, i rintocchi delle campane invitano alla cena, rapida e frugale.
Quindi le preghiere di fine giornata e alle ventidue i monaci sono già nelle celle per il riposo. Solo in alcuni casi gli ospiti possono ritirarsi dopo mezzanotte.
Con i dovuti tempi e modi e senza stress, sono ormai numerosi i conventi che organizzano corsi di restauro, in particolare di libri, di erboristeria, di riscoperta di antiche tradizioni di floricoltura ed anche di “canto gregoriano”. Quanto poi agli esercizi spirituali, la scelta non è ristretta esclusivamente a quelli cattolici.
Nel convento di San Francesco a Subiaco, per esempio, lo Yoga Club di Roma, periodicamente organizza due quarantott’ore (una a Natale, l’altra a Capodanno) per riscoprire le regole base della meditazione orientale.
Uno dei monasteri piemontesi maggiormente frequentati è quello della Comunità di Bose,nel Comune di Magnano (Valle Elvo- Biella), dove opera il monaco Enzo Bianchi, fondatore e priore della Comunità Monastica Biellese.
È aperto tutto l’anno, con un ricco programma di incontri e giornate dedicate all’analisi dei concetti di verità e libertà. Enzo Bianchi è un religioso assai noto in Italia, per le sue molteplici apparizioni televisive, per sottolineare l’importanza della vita monastica ed anche dei molteplici aspetti del turismo nei centri di fede. Per mettersi in contatto con Enzo Bianchi, fondatore e priore della comunità monastica di Bose, basta cercare il sito: www.monasterodibose.it
Il monaco Bianchi è oggi ritenuto uno fra gli intellettuali più acuti sui temi religiosi.
Nel periodo invernale, una delle mete più suggestive è il monastero di Camaldoli, nel cuore delle foreste casentinesi, davvero fiabesco, immerso in un paesaggio innevato.
Leggendari anche i monasteri e le abbazie della Toscana.
Nell’eremo di San Galgagno o Rotonda di Montesiepi,, datato 1182/1185, non si può dormire,ma è possibile ammirare la spada del Santo , conficcata nella roccia da secoli, proprio come la leggenda racconta. (http//www.sangalgano.info)
Da non perdere l’appuntamento autunnale a Torino sul tema “Spiritualità, analisi di un fenomeno in ascesa”. Informati dai classici della meditazione cristiana , da film quali “Il grande silenzio” del regista Philip Groning,in programmazione da diversi mesi con grande successo di critica e di pubblico.
Da testi quali la “Guida dei Monasteri d’Italia”, è possibile comprendere al meglio quello che offre una vacanza di meditazione e arricchimento spirituale, nei luoghi più significativi e ricchi di sacralità.
I costi dei soggiorni sono difficili da precisare, non ci sono tariffe, nemmeno prezziari. Spesso il criterio è quello delle offerte.

Alfredo Zavanone