Scoperta la proteina che causa la malaria
Grazie a ricercatori irlandesi e britannici è stato compiuto un importante passo avanti per la cura della malaria e di altre malattie infettive.
Si è scoperto per quale motivo alcuni soggetti sono più predisposti di altri a contrarre la malattia e a morirne.
I risultati dello studio sono descritti sulla rivista «Nature Genetics».
I ricercatori hanno individuato una proteina del sistema immunitario, chiamata Mal, che determina l´insorgere della malattia in un particolare individuo e l´evoluzione dell´infezione. È stato dimostrato, inoltre, che la proteina interviene nella lotta contro altre malattie, quali la tubercolosi e la polmonite. Da molti punti di vista il funzionamento di Mal è analogo a quello di una sveglia. Quando l´organismo è aggredito dal plasmodio della malaria, diversi sensori chiamati ricettori Tlr (toll-like receptors) intercettano il parassita. A questo punto i ricettori Tlr inviano un messaggio attraverso la proteina Mal, la quale avverte immediatamente il sistema immunitario della presenza del plasmodio e lo mobilita. «Avevamo già una vasta conoscenza del sistema immunitario, ma questa recente scoperta dimostra chiaramente che la proteina Mal svolge un ruolo fondamentale nella lotta del sistema immunitario contro infezioni come la malaria», dichiara Luke O´neill che ha diretto l´attività di ricerca presso il Trinity College di Dublino. La proteina Mal si presenta nell´organismo umano sotto due forme: una che è ritenuta «buona» perché consente al sistema immunitario di funzionare normalmente e l´altra che è una variante sovraespressa che innesca una reazione eccessiva nel sistema immunitario e aggrava il rischio per un paziente di soccombere all´infezione. «Lo studio che abbiamo realizzato illustra chiaramente il modo in cui una molecola chiave del nostro sistema immunitario può essere sacrificata per offrire ad alcuni individui una maggiore resistenza alle malattie infettive», spiega Adrian Hill che ha diretto le ricerche presso l´Università di Oxford. I ricercatori hanno esaminato oltre 6 000 pazienti affetti da malaria, tubercolosi o polmonite, provenienti da Gambia, Vietnam, Turchia e Regno Unito. I risultati mostrano che i pazienti portatori della proteina Mal iperattiva sono due volte più predisposti a sviluppare la malattia. In alcune popolazioni il rischio di contrarre un´infezione grave è quattro volte più elevato. In futuro occorrerà sviluppare farmaci mirati al pathway della proteina Mal. «Ci entusiasma molto la prospettiva di un possibile utilizzo del nostro lavoro nella definizione di nuove strategie di prevenzione dei decessi nell´ambito di tali infezioni», ha affermato il prof. O´neill.