La Fondazione Qualivita opera a tutela del patrimonio agroalimentare italiano
Un convegno d’eccellenza, quello tenutosi a Siena venerdì 18 maggio 2007 dalla Fondazione Qualivita.
Tema dell’incontro, la giornata nazionale dei Consorzi di tutela delle indicazioni geografiche italiane. Argomento per lo più familiare agli addetti ai lavori, ma misconosciuto al grande pubblico che ne condivide le ragioni quando gli scandali approdano sulle cronache nazionali e riguardano i taroccamenti dei prodotti agroalimentari italiani; prodotti alimentari che ci vengono invidiati in tutto il mondo ma che sono continuamente imitati o contraffatti e che hanno trovato nell’attuale ministro dell’Agricoltura Paolo De Castro un vero paladino della loro tutela.
Uno degli aspetti più significativi dell’incontro è stato proprio rappresentato dalla volontà di combattere aspramente l’agropirateria, con l’idea di associare un ologramma di Stato al prodotto tutelato, che a sua volta possiede già un proprio sigillo (vedi i vari esempi di Consorzi come il Grana Padano o Prosciutto San Daniele).
Si è trattato di una tavola rotonda composta da persone assolutamente qualificate in materia, ad iniziare dal coordinatore Roberto Della Casa dell’Università di Bologna, ai relatori che sono stati:
Corrado Pirzio Biroli, Fondazione Qualivita, Paolo Brosio, giornalista e conduttore TV, Riccardo Deserti, capo segreteria tecnica del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, Anna Laura Segre, ricercatore del CNR, Alfieri Lorenzon, Direttore generale Touring Club Editore-Giunti, Nicola Cesare Baldrighi, Presidente del Consorzio Grana Padano, Mario Emilio Cichetti, Presidente del Consorzio Prosciutto San Daniele e Stefano Pavoncelli, Presidente del Consorzio "La Bella della Daunia".
Un dibattito serrato durante il quale si è chiaramente inteso come gli “addetti ai lavori” si impegnino attivamente affinché si possa coniugare l’economia agricola con la soddisfazione e la tutela del consumatore. Una prospettiva di sfida di distribuzione “mondiale”, poiché i nostri prodotti sono ambiti negli Stati Uniti, in Cina, Giappone e si potrebbe continuare a lungo; al proposito il Consorzio del prosciutto di San Daniele ha in atto un progetto di commercializzazione dei prodotti italiani effettuato direttamente dai cinesi. La catena CRAI è infatti intenzionata ad aprire a Pechino dei cosiddetti punti vendita “bandiera”, un modo innovativo che va oltre il marketing e la comunicazione. Un modo efficace che consiste nel far gestire l’attività di vendita dei nostri prodotti italiani, direttamente dai cinesi e con punti di ristorazione coadiuvati da chef italiani.
Le denominazioni tutelate italiane sono ad oggi centosessanta e rappresentano una realtà complessa e variegata della nostra bilancia commerciale; il nostro export agroalimentare nel 2007 è stato di ben 22 miliardi di euro superiore agli altri prodotti al consumo e fra questi, i prodotti Dop e Igp hanno avuto sicuramente la funzione di traino. Siamo dunque solo agli inizi di una rivoluzione a livello globale che considera i prodotti italiani garantiti, sani e soprattutto buoni e che il consumatore ambisce ad avere.
Per il tramite di Corrado Pirzio Biroli si sono potute comprendere le varie difficoltà, sia dei rapporti istituzionali italiani con la politica commerciale di Ginevra, sia per i vari avvicendamenti dei deputati e conseguentemente delle difficoltà di relazionarsi con essi, inoltre anche le laboriose trattative dei negoziati del WTO e le liste dei prodotti Dop e Igp che vengono ostacolate nella loro estensione.
Laura Segre ha lamentato la non collaborazione fra la ricerca e la piccola e media industria, cosa che in futuro auspica avvenga, e Paolo Brosio ha effettuato un’attenta analisi su quali programmi potrebbero coinvolgere i giovani in una maggior conoscenza delle eccellenze agroalimentari italiane (non dimentichiamo che i giovani d’oggi sono i consumatori di domani n.d.r.).Stefano Pavoncelli dell’Associazione italiana Consorzi Indicazioni Geografiche ha ribadito che il suo organismo riunisce il 90% delle Aziende e il 90% dei prodotti venduti.
E’ una conferma che, se esiste il lavoro di squadra si può camminare a grandi passi ed è quello che hanno confermato i vari politici, relatori della tavola rotonda pomeridiana dal titolo: “La nuova politica comunitaria: il futuro dei prodotti italiani a indicazione geografica”. Gli intervenuti sono stati: Riccardo Ricci Curbastro, Presidente Federdoc, Giuseppe Liberatore, Presidente Aici, Mario Pirillo, Assessore Agricoltura Regione Calabria, Tiberio Rabboni, Assessore Agricoltura Regione Emilia Romagna, e Luigi Verrini, Presidente Fondazione Qualivita.
Il giornalista Lamberto Sposini, a conclusione della giornata di lavoro, ha intervistato il Ministro del Mipaaf, onorevole Paolo De Castro.
Nella bellissima Siena, rappresentata al Convegno dal Sindaco Maurizio Cenni, dal Presidente della Provincia, Fabio Ceccherini, dal Presidente della CCIA Vittorio Galgani e dal Presidente della Fondazione Monte Paschi di Siena Gabriello Mancini, è stata infine inaugurata la mostra permanente Enoteca italiana alla Fortezza medicea – Bastione San Francesco.
Danila ORSI