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Gli europei hanno uno stile di vita scorretto

Europei bocciati per stili vita. Anche se migliora la salute generale nel Vecchio Continente, è allarme per la crescita di abitudini sbagliate e 'pericolose'. A partire dal consumo eccessivo di alcol con la crescita, in tutti i Paesi, del fenomeno del 'binge drinking', ossia del bere per ubriacarsi. Preoccupanti i dati che riguardano i Paesi dell’Est, dove il 50% delle malattie è legato proprio al consumo di alcolici. E per quanto riguarda il fumo l’Europa ha la più alta incidenza di giovani fumatori al mondo. A dirlo è il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Enrico Garaci, che commenta i dati del Rapporto legato al progetto 'Eugloreh 2007', co-finanziato dall’Unione europea, coordinato dal ministero del Welfare e dall’Iss e presentato oggi a Roma.

Il Rapporto, che coinvolge 31 Paesi, "rappresenta uno strumento importantissimo – spiega Garaci – per ogni Paese che come in uno specchio può osservare le condizioni di salute dei cittadini e gli effetti delle politiche sanitarie". Per quanto riguarda gli stili di vita, ad esempio, l’alcol "è causa del 7% della mortalità prematura e disabilità". Un dato che aumenta significativamente nei Paesi dell’Est, "anche a causa delle transizioni politiche in atto in questi anni, che come tutti i cambiamenti, anche quelli migliori, sono stati complessi e non sempre indolore".

Incidere sugli stili di vita è fondamentale. "Si è osservato – spiega ancora Garaci – come riuscendo a modificare alcune abitudini si sono ottenuti effetti importanti. In Filanda, ad esempio, intervenendo sull’alimentazione, si è ottenuta una forte diminuzione del rischio cardiovascolare". Molti i settori, come indica il Rapporto Eugloreh 2007, su cui intervenire: dalla riduzione del fumo soprattutto tra i più giovani, a una maggiore attenzione all’ attività fisica (un europeo su tre non fa sport), alla lotta alle droghe e al miglioramento dell’alimentazione.