L’Ue lancia l’allarme “malattie cardiovascolari”
Sono le malattie cardiovascolari la vera emergenza sanitaria per l’Europa. A rilanciare l’allarme da Milano è il Direttore Generale per la Salute e i Consumatori della Commissione Europea Paola Testori Coggi. Con 2 milioni e mezzo di cittadini europei che ogni anno ne vengono colpiti, i costi sociali per l’Unione e per i singoli Stati sono elevatissimi. Secondo gli economisti europei basterebbe infatti una riduzione del 10% delle malattie cardiovascolari per registrare risparmi in termini di spese sanitarie e incrementi di produttività pari all’1% del Pil continentale. Migliorare gli stili di vita vuol dire innanzitutto ridurre il consumo di tabacco e alcol. Pesanti infatti le cifre delle vittime di fumo e bevande alcoliche: ogni anno in Europa muoiono 700 mila persone a causa delle sigarette e 19 mila di queste non ne hanno mai accesa una, sono vittime del fumo passivo. L’alcol invece provoca direttamente 200 mila morti all’anno in tutta l’Unione, con il 25% dei giovani che perdono la vita tra i 15 ed i 29 anni vittima diretta o indiretta – come nel caso degli incidenti stradali – dell’abuso di sostanze alcoliche. A destare massima allerta è la pratica del bringe drinking: «Purtroppo si è ormai diffusa dal Regno Unito in tutta Europa tra un numero crescente di giovani – ha spiegato ancora Testori Coggi, stimolata dalle domande del moderatore di Lezioni d’Euroa Alessandro Cecchi Paone e degli studenti presenti – Si tratta dell’abitudine di bere in modo compulsivo in pochissime ore fino ad ubriacarsi completamente». Altre piaghe sociali su cui l’Unione Europea è impegnata in una campagna di sensibilizzazione massiccia per l’adozione di stili di vita più sani, i tumori e l’obesità. Ogni anno 1,8 milioni di cittadini europei si ammalano di tumore mentre l’obesità sta crescendo in misura preoccupante soprattutto tra i bambini: oggi un bambino su tre in età scolastica è sovrappeso. «Una corretta alimentazione – ha spiegato il Direttore Generale alla Salute della Ue – è fondamentale per ridurre gran parte di queste malattie. Da parte nostra abbiamo fatto e stiamo facendo moltissimi sforzi da un lato per promuovere diete più sane, e in questo senso la mediterranea rimane la migliore, dall’altro per obbligare i produttori ad un’etichettatura sempre più precisa e veritiera che consenta ai consumatori di sapere immediatamente quanto sale e quanti grassi saturi mangiano».
Fonte: EuropaRegioni