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L’Efsa studia i rischi del piombo sulla salute

La presenza di piombo negli alimenti potrebbe causare danni neurologici ai bambini piccoli

Il gruppo di esperti scientifici sui contaminanti (gruppo CONTAM) dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha pubblicato un parere scientifico sui possibili rischi per la salute in relazione alla presenza di piombo negli alimenti. Nel parere si giunge alla conclusione che gli attuali livelli di esposizione al piombo costituiscono un rischio basso o trascurabile per la salute della maggior parte degli adulti, ma che esistono potenziali motivi di preoccupazione in merito a possibili effetti sullo sviluppo neurologico dei bambini piccoli.

Il piombo è un contaminante ambientale che si trova sia in natura sia come risultato di attività umane quali l’estrazione mineraria. Dagli anni ‘70 in Europa sono state adottate misure per regolamentare i livelli di piombo nella benzina, nelle vernici, nelle lattine per alimenti e nelle tubature, ottenendo un notevole risultato nel ridurre l’esposizione. Restano tuttavia alcune preoccupazioni dovute al fatto che il piombo può entrare nella catena alimentare.

La Commissione europea ha pertanto chiesto all’EFSA di valutare gli attuali livelli di esposizione al piombo, attraverso gli alimenti e altre fonti, e di determinare se l’attuale livello di riferimento per la tutela della salute pubblica, noto come “dose settimanale tollerabile provvisoria”(Provisional Tolerable Weekly Intake o PTWI) fosse ancora adeguato.

Il gruppo CONTAM ha ritenuto che siano i cereali, gli ortaggi e l’acqua potabile a contribuire in maggior misura all’esposizione alimentare al piombo per la maggioranza della popolazione europea.
L’esposizione non alimentare al piombo è stata giudicata meno importante per gli adulti, sebbene la polvere di casa e il suolo possano essere importanti fonti di esposizione per i bambini.

Il gruppo ha individuato in un ridotto quoziente intellettivo (QI) nei bambini piccoli e nella pressione sanguigna elevata negli adulti i principali effetti chiave sulla salute su cui basare la propria valutazione. Dopo aver effettuato un disamina dei dati disponibili, il gruppo di esperti ha ritenuto che la PTWI non fosse più adeguata. Non è stato possibile stabilire un nuovo livello di riferimento, in quanto non esiste una chiara soglia al di sotto della quale il gruppo potesse escludere effetti avversi. Il gruppo ha pertanto confrontato le attuali stime sull’esposizione per diversi gruppi della popolazione con i livelli superati i quali possono verificarsi effetti avversi. Di conseguenza il gruppo ha concluso che esistono potenziali preoccupazioni in particolare in merito a effetti sullo sviluppo neurologico nei feti, nei neonati e nei bambini.

La consulenza scientifica dell’EFSA contribuirà a ispirare qualsiasi misura futura che debba essere adottata dalla Commissione europea e dagli Stati membri dell’Unione europea. Si tratta dell’ultima di una serie di valutazioni dei rischi riguardanti i metalli che possono essere presenti come contaminanti nella catena alimentare. Lo scorso anno il gruppo CONTAM dell’EFSA ha pubblicato pareri su arsenico, cadmio e uranio.

Fonte: www.efsa.europa.eu/it