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Vino biologico

E’ scontro tra gli Stati membri sulla proposta della Commissione
Bruxelles ha rinviato la decisione sul Regolamento riguardante il vino biologico, a dimostrazione che tra gli
Stati membri non c’è ancora una convergenza sui parametri qualitativi da rispettare, tra cui i solfiti.
La proroga consente a Paesi quali l’Italia di continuare a sostenere la propria tesi, che punta su un prodotto con caratteristiche qualitative distinte da quelle dei vini tradizionali.
I 27 Stati membri dell’UE sono fortemente divisi sulla riduzione della presenza di solfiti nel vino biologico rispetto a quanto propone Bruxelles: ossia 100 milligrammi il litro per i vini rossi e 150 per i vini bianchi. Nel vino convenzionale attualmente vengono autorizzati 150 milligrammi per i rossi e 200 per i bianchi.
Il progetto di proposta della Commissione europea è stato respinto dai paesi del Nord Europa, Germania in testa, sostenuta, tra gli altri, da Polonia, Austria, Olanda, Regno Unito, Svezia, Portogallo. Questi Paesi, carenti di sole, hanno bisogno dei solfiti (ossia dell'aggiunta di anidride solforosa che è un antiossidante) per stabilizzare il vino, oltre che dello zucchero per
alzarne la gradazione alcolica. Per questo sono disposti a ridurre la presenza di solfiti nel vino biologico solo di 20 milligrammi rispetto al prodotto convenzionale, accettando quindi 130 milligrammi per i rossi e 180 per i bianchi.
Al momento non è atteso nessun accordo al Comitato di regolamentazione UE per il biologico in quanto contraria alla proposta, ma per ragioni diverse, è anche la Francia. La proposta della Commissione europea, infatti, pone problemi non solo sulla presenza dei solfiti, ma anche sul trattamento termico per la produzione di succhi d'uva (è il caso della Francia) e ancora per alcune deroghe 'in bianco' che alcuni Paesi vorrebbero ottenere nella produzione di vino biologico.