Aktinidio Pierias
Grecia – La pianta che dà il frutto noto oggi in tutto il mondo con il nome “kiwi” Igp appartiene alla famiglia delle Actinidiaceae dell’ordine Ericales. Si tratta di una rampicante perenne decidua delle regioni subtropicali che richiede un supporto. Il frutto ha un sapore agrodolce ben equilibrato, un caratteristico profumo delicato e la polpa di un bel colore verde. Oltre alle sue interessanti qualità organolettiche presenta un eccezionale valore nutrizionale: è infatti il frutto con il maggiore tenore di vitamina C; inoltre, ha un elevato tenore di sali inorganici, soprattutto potassio, fosforo e calcio, ma anche magnesio e ferro. Tutto il frutto è commestibile, tranne la buccia che si toglie facilmente. Il frutto maturo viene consumato intero o in macedonia; è inoltre usato per la preparazione di eccellenti confetture e gelatine; può essere inscatolato/imbottigliato, surgelato, essiccato e spremuto. Tra tutte le varietà esistenti, nella pianura di Pieria si è acclimatata e viene coltivata la “Hayward”, che dà grossi frutti regolari che pesano mediamente 90-100 grammi. La delicata buccia bruna è ricoperta di lieve peluria. La polpa, di colore verde chiaro, è trasparente, succosa, profumata, lievemente acidula e ha un elevato tenore di vitamina C. Secondo i nutrizionisti, un frutto al giorno è sufficiente a coprire il fabbisogno di vitamina C dell’organismo umano. “Hayward” è una varietà precoce. La maturazione comincia a fine ottobre/inizio novembre. Si conserva in celle frigorifere fino a nove mesi senza perdere le sue caratteristiche organolettiche e sopporta bene il trasporto e le varie manipolazioni.
In Grecia, la coltivazione della pianta è stata avviata nel 1973 nella pianura di Pieria al termine di ricerche volte a verificare che la zona presentasse condizioni pedologiche e climatiche adeguate. Da allora la coltivazione si è sviluppata rapidamente: nella prefettura si estende oggi su 18000 ha. La resa media è di 13 tonnellate/ha. Le 23000 tonnellate prodotte annualmente rappresentano il 60 % della produzione greca complessiva. La zona geografica di produzione è rappresentata dalla pianura di Pieria, che comprende a nord i comuni di Eginio, Methoni e Pidna, a sud quelli di Dio Litokhorio e An. Olimpos e al centro i comuni di Korini, Katerini e Paralia.
Il microclima della zona, creato dalle due catene montuose di Olimpo a sud-ovest e Pieria a nord-ovest e dal vicino mare (la zona ha 60 km di costa), il sole e il terreno fertile, ben drenato e a pH neutro garantiscono le condizioni ottimali per la coltivazione della pianta, che dà un frutto di qualità con eccellenti proprietà organolettiche e un delicato profumo esotico. Per la particolare adattabilità dimostrata dal kiwi e le peculiarità acquisite dal frutto coltivato in questa zona, gli è stato dato il nome simbolico di frutto dell’Olimpo con il quale è oggi noto su tutti i mercati.
Il kiwi è originario della Cina sudoccidentale, dove si trovano oggigiorno le varietà selvatiche. Inizialmente denominato “uva spina cinese”, è stato ribattezzato molto tempo dopo kiwi come il famoso uccello non volatore della Nuova Zelanda, dove è iniziata la coltivazione del frutto su scala commerciale. In Grecia la coltivazione è iniziata nel 1973 nella pianura di Pieria, dove il frutto si è acclimatato ed adattato, acquisendo qualità peculiari in considerazione delle quali è stato chiamato “Frutto dell’Olimpo” ed è stato riconosciuto il logo “Olymp Kiwi”. Tutta la produzione della zona geografica sopra descritta viene conferita all’unione delle cooperative agricole di Pieria, associazione di produttori riconosciuta che registra tutti i dati (superficie a kiwi, produzione, smercio) per i suoi soci coltivatori. Tutte le piantagioni di kiwi sono registrate (per socio coltivatore dell’unione) e vengono controllate quantità e qualità della produzione. I kiwi vengono raccolti, immagazzinati, calibrati e confezionati nei depositi frigoriferi/centri di condizionamento dell’unione situati nel comune di Korini. I frutti vengono inoltrati ai mercati esteri con camion frigorifero. I funzionari autorizzati dell’organo di controllo – il servizio Agricoltura della prefettura – controllano la produzione, il condizionamento e il trasporto dei kiwi sulla scorta delle pertinenti decisioni ministeriali.
I kiwi vengono raccolti da fine ottobre a metà dicembre, quando il loro tenore di zuccheri raggiunge i 6,5-7,0 Brix. Essi vengono colti a mano con estrema attenzione per non danneggiarli, collocati in cassette di plastica da 20 chili e portati nei depositi frigoriferi/centri di condizionamento dell’unione delle cooperative agricole di Pieria, dove vengono preparati per essere conservati in celle frigorifere, in atmosfera normale o controllata in funzione del periodo di magazzinaggio.
Dopo la pesatura elettronica e la calibratura i kiwi vengono confezionati in scatole di cartone a perdere a uno, due o più piani, che indicano il numero di frutti contenuti.
Tutti i kiwi coltivati nella zona geografica delimitata vengono commercializzati dall’unione delle cooperative agricole di Pieria per conto dei soci produttori.
I frutti vengono inoltrati ai mercati esteri con camion frigorifero oppure, se si tratta di quantitativi modesti, per via aerea. Per il mercato interno si usano camion normali.
Circa il 70 % della produzione viene smerciata sui mercati esteri, soprattutto la Germania, i Paesi Bassi, l’Austria e la Russia. Quantitativi inferiori vengono esportati verso la Turchia, l’Arabia Saudita, ecc.
L’unione delle cooperative agricole di Pieria ha svolto un ruolo di primo piano nella promozione del kiwi greco sui mercati esteri migliorando progressivamente le operazioni di calibratura/condizionamento e l’organizzazione della struttura commerciale, nonché indirizzando e controllando costantemente i soci coltivatori al fine di migliorare e garantire le qualità specifiche del prodotto che ne hanno determinato le caratteristiche di qualità ed affidabilità.
Il microclima prevalente nella zona di coltivazione è determinato da due catene montuose, Olimpo a sud-ovest e Pieria a nord-ovest, nonché dalla prossimità del mare (la zona ha 60 km di costa). Questi elementi fanno sì che la zona non sia esposta al vento né alle gelate, in particolare quelle all’inizio della primavera e del tardo autunno che ostacolano il corretto sviluppo della pianta e la fruttificazione. Queste peculiarità geografiche garantiscono inoltre la necessaria umidità relativa ed escursioni termiche entro i limiti necessari per garantire a) il freddo necessario per interrompere la dormienza e b) il pieno sviluppo del potenziale naturale di fioritura e fruttificazione. L’irradiamento solare di Pieria è un altro fattore che incide positivamente sullo sviluppo dei frutti e sulla loro composizione chimica (equilibrio acido/zuccherino) determinando caratteristiche organolettiche eccellenti. Le condizioni pedologiche della zona geografica delimitata, quali la mancanza di tossicità da boro e di calcio attivato e la presenza del necessario tenore di ferro, contribuiscono anch’esse a determinare l’elevata qualità del frutto (polpa soda) e la capacità di conservarsi fino a nove mesi dalla raccolta senza deteriorarsi. Infine, le tecniche di coltivazione, fondate su una lunga esperienza, contribuiscono anch’esse alla formazione di frutti regolari di buone dimensioni.
Si tratta delle seguenti tecniche di coltivazione: – buona impollinazione realizzata mediante selezione di piante maschili messe a dimora in numero adeguato, – collocamento di alveari per garantire l’impollinazione grazie alle api, – distruzione della vegetazione spontanea, che viene utilizzata insieme ad altri residui vegetali come concime ecologico e neutralizza l’alcalinità del terreno, – potatura delle piante in forma di pergola o semipergola; tale sistema favorisce la penetrazione di un’adeguata quantità di luce e la ventilazione dei frutti, nonché la necessaria schermatura affinché non vengano danneggiati dalle elevate temperature estive, – selezione dei frutti; favorisce il mantenimento e lo sviluppo di frutti regolari, – concimazione con letame, vinacce e altri resti organici per aumentare la fertilità del terreno e la capacità di ritenzione idrica e nutritizia, – lotta alle fitopatie secondo linee di controllo biologico o integrato; ciò evita la presenza di residui nocivi nel frutto e contribuisce a mantenere l’equilibrio ambientale.