L’Ue lancia il progetto “Chance”
Ue: progetto Chance per combattere la cattiva alimentazione e proporre prodotti piu' sani a prezzi ridotti
Costa di più un cesto di verdure biologiche o un hamburger del fast food? La verdura bio, è ovvio. Ecco perché, nonostante i consigli sul mangiar siano come non mai alla portata di tutti, oggi chi è più povero corre il rischio di adottare uno stile di vita alimentare scorretto.
E questo non solo negli Stati Uniti. Anche in Europa i prodotti alimentari ad alto valore nutritivo rimangono un bene di lusso per ampie fasce della società. Per questo l’UE ha lanciato un nuovo progetto per occuparsi dei problemi alimentari legati alla povertà.
Il consorzio CHANCE ("Low cost technologies and traditional ingredients for the production of affordable, nutritionally correct foods improving health in population groups at risk of poverty"), formato da 17 partner provenienti da 8 Paesi europei tra cui l’Italia, lavorerà su due livelli: occupandosi sia di esplorare le tecnologie e gli ingredienti low-cost, sia di esaminare come l'istruzione e l'informazione sul mangiar sano possano essere migliorati.
Le statistiche di Eurostat indicano che le donne e gli anziani sono i due gruppi più vulnerabili. Il team di CHANCE ha in programma di scoprire altre categorie a rischio e di individuare alcuni problemi specifici, come l'assunzione inadeguata dei micronutrienti, ferro e vitamina B12. Il team studierà anche quali sono, secondo coloro che vivono in povertà, i principali ostacoli al mangiar sano e dialogherà con gli operatori della catena alimentare.
Il coordinatore del consorzio, il professor Francesco Capozzi dell'Università di Bologna, commentando il progetto ha detto: "Si fa poco per sviluppare prodotti più sani nelle fasce di prezzo più basse. Esplorando i modi di abbassare i costi di produzione e fornendo informazione su questo particolare gruppo di consumatori, CHANCE spera di stimolare lo sviluppo di prodotti alimentari che possono fare la differenza e di metterli a disposizione rendendoli interessanti per le persone che ne hanno veramente bisogno".
Fonte: www.ilfattoalimentare.it