A “Il Bontà” di Cremona rivivono i piatti dell’antica Roma
In programma domenica 11 novembre un appuntamento che ripercorre (in costume) le tradizioni culinarie della Roma di Ovidio, con ricette e documenti presentati da Archeotravo e Malena, il laboratorio di cucina romana.
Cremona, 10 novembre 2012 – Non dimenticare gli insegnamenti del passato fa parte di quella saggezza che può essere applicata ad ogni attività umana; si ricorre a questo adagio soprattutto nei momenti difficili, ed oggi tutto il mondo sta attraversando un momento di crisi che costringe le famiglie a spendere oculatamente le proprie risorse. Ed ecco allora che riscoprire la saggezza degli antichi può essere un valore aggiunto. Oggi rivalutare le abitudini culinarie degli antichi Romani è un tema di grande interesse, in quanto l’antica cucina latina conserva un fascino capace di catturare gli odierni buongustai attraverso gli antichi sapori, un insieme di dolce, piccante e speziato.
La colazione romana (jentaculum) consisteva nel bere appena svegli un bicchiere d’acqua, per poi proseguire con pane, formaggio, latte, miele, vino e frutta secca. Verso mezzogiorno si allestiva il prandium, un veloce spuntino, quasi sempre consumato in piedi, a base di pesce o carne fredda, pane, frutta, legumi e vino. Il pasto principale era la cena (coena), che si preparava tra le ore 15 e le 16 e, se erano in corso delle feste, si prolungava fino all’alba del giorno successivo.
Nell’antica Roma, dopo la straordinaria Età dell’Oro, la popolazione dovette affrontare un periodo difficile che mise a dura prova anche le abitudini culinarie soprattutto dei Patrizi; prontamente narratori, filosofi e poeti suggerirono di non imbandire le tavole con strani sapori, ma di perseguire la sobrietà ed imparare a gustare i sapori semplici che la natura regala per poter apprezzare il cibo genuino e salubre. Scrive infatti Ovidio: “Finitela o mortali, di contaminare il vostro corpo con cibi nefandi … La prodiga terra offre vivande innocenti senza stragi né sangue”.
I cibi venivano quindi cucinati in modo semplice e i piatti erano costituiti principalmente da legumi, cereali, formaggi e frutta.
Per rivivere questa tradizione, a Il BonTà, il salone delle eccellenze enogastronomiche artigianali in programma alla Fiera di Cremona dal 10 al 13 novembre, è stato organizzato da Archeotravo Cooperativa Sociale e Malena snc il “Laboratorio di Cucina Romana”: si tratta di un appuntamento composito che si aprirà con una relazione di Cristina Mezzadri, archeologa di Malena, società che opera nel settore dell’archeologia dal 1998 fornendo servizi di conduzione di scavi archeologici, ricerche d’archivio, archeologia preventiva e didattica, che proporrà un video commentato sul tema dell’alimentazione in epoca romana. L'intervento sarà seguito da una dimostrazione pratica in costume di preparazione di alcune semplici ricette dell’epoca animata da Claudia Minuti e Elena Giuliani di Archeotravo, la cooperativa sociale costituita da professionisti archeologi e restauratori che svolgono da anni attività didattica museale e divulgazione al pubblico, oltre che ricerca scientifica.
Sarà allestita inoltre un’esposizione di materie prime e saranno preparate alcune semplici ricette: una pietanza a base di formaggio e erbe, il sale aromatizzato, e il vino alle rose; tutti piatti tratti da volumi come il “De re coquinaria” di Apicio, ricettario che rientra da duemila anni tra le opere fondamentali della cucina occidentale, il “De Re Rustica” di L.I.M. Columella, il “Naturalis Historia”, trattato naturalistico di Plinio il Vecchio, e poi ancora il “De Re Rustica” di M.T. Varrone, e il “De Agri Cultura”, elogio dell'agricoltura scritto da M.P. Catone.