Culatello di Zibello
Italia – L’unico, originale Culatello Dop è quello prodotto a Zibello, in provincia di Parma, anche se San Secondo ne rivendica la primogenitura.
I comuni ammessi alla lavorazione e alla stagionatura, oltre ai due citati, sono anche Busseto, Colorno, Polesine, Roccabianca, Sissa e Soragna.
Ricavato dalla parte alta e posteriore della coscia del maiale, il culatello si ottiene stagionando solo il muscolo posteriore della coscia.
Le parti rimanenti serviranno per ottenere il cappello del prete e il fiocchetto, riuscendo così ad impiegare in maniera proficua il “sacrificio” di un prosciutto non più ottenibile.
Secondo le regole stabilite dal Consorzio di Tutela, i suini devono essere macellati intorno ai 14 mesi (sono esclusi verri e scrofe).
L’alimentazione deve essere costituita da prodotti naturali come siero, granone, orzo e crusca.
La lavorazione delle cosce deve avvenire in un periodo compreso tra il 20 ottobre e il 28 febbraio.
La carne viene dapprima rifilata e legata, quindi, dopo essere stata salata a caldo, subisce un energico massaggio con sale, pepe, aglio e lambrusco, infine viene posta in una vasca d’acciaio in pendenza, in modo che l’acqua e il sangue possano defluire. Dopo circa sette ore il culatello viene di nuovo massaggiato, quindi pulito e spazzolato per poi godersi un meritato periodo di riposo. Successivamente il pezzo della coscia viene inserito in una vescica di maiale, precedentemente messa a bagno in acqua e aceto per farle riprendere l’elasticità, quindi viene ben insaccato e chiuso alle estremità. La pelle viene bucherellata finemente perché sia possibile la trasudazione, e il culatello viene legato strettamente, in maniera tanto fitta da formare come una ragnatela, quindi posto a stagionare in luogo umido.
Rispetto al prosciutto, che necessita invece di aria fresca e asciutta, questo predilige l’umidità, necessaria per ammorbidire la carni prive di grasso. Si deve fare attenzione, all’inizio, che non si formino muffe, evitabili attraverso una regolare spazzolatura.
La forma è quella di un grosso uovo; la dimensione media è di circa 3 kg, alla quale il culatello arriva dopo una perdita di peso di circa 2 kg al termine degli 11-12 mesi di stagionatura.
Gli esemplari più grossi necessitano di un tempo più lungo, il che permette loro di caricarsi di aromi ulteriori. Un tempo eccessivo tende però ad inaridire le carni, rendendole secche e poco profumate.