A Vienna conferenza sulla coesistenza
Vista la scarsa esperienza nella coltivazione di piante transgeniche nell’Unione europea e la necessità di portare a termine l’introduzione delle misure nazionali, l’elaborazione di una normativa europea sulla coesistenza tra le colture geneticamente modificate (Gm) e l’agricoltura convenzionale e biologica non sembra giustificata per il momento.
E’ questa la principale conclusione di una nuova relazione pubblicata oggi dalla Commissione europea. Tuttavia, prima di prendere qualsiasi decisione, la Commissione si impegna a condurre un’ampia e approfondita consultazione dei soggetti interessati.
L’occasione sarà offerta da una conferenza sulla coesistenza che si terrà a Vienna dal 5 al 6 aprile 2006. Le misure di coesistenza sono state oggetto di una raccomandazione della Commissione già nel luglio 2003.
Tali misure sono intese a consentire che le colture transgeniche e non transgeniche possano essere coltivate fianco a fianco senza che la commistione accidentale tra le due provochi conseguenze economiche negative.
La Commissione propone di collaborare con gli Stati membri e i soggetti interessati al fine di formulare raccomandazioni su misure tecniche di separazione specifiche alle singole colture.
“Se si vuole garantire ai produttori e ai consumatori la concreta possibilità di scegliere tra prodotti Gm e non Gm, è indispensabile elaborare strategie efficaci ed economicamente convenienti per assicurare la coesistenza”, ha dichiarato il commissario per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale Mariann Fischer Boel.
“Qui non si tratta di salute o di tutela dell’ambiente, dal momento che gli Ogm sono autorizzati sul mercato dell’Unione europea solo se ne è stata comprovata l’assoluta innocuità.
L’Ue ha messo a punto un sistema avanzato di etichettatura e di tracciabilità per gli Ogm, grazie al quale il consumatore sa esattamente cosa compra.
Le misure di separazione sono necessarie per garantire che i residui accidentali di Ogm nei prodotti dell’agricoltura convenzionale o biologica si mantengano entro i limiti ferrei stabiliti dalla normativa Ue.
Le condizioni di coltivazione variano notevolmente da un paese all’altro e l’esperienza nella produzione di colture Gm è ancora limitata in Europa. Non sembra quindi opportuno, a questo stadio, proporre norme unificate a livello Ue.”
L’esperienza nella coltivazione di piante transgeniche è ancora molto limitata nell’Unione europea. La coltivazione commerciale si è finora limitata a due tipi di mais geneticamente modificato.
In Spagna il mais transgenico è stato coltivato nel 2004 su 58 000 ettari, pari al 12% circa della superficie spagnola seminata a granturco.
In altri Stati membri la coltura è rimasta circoscritta a poche centinaia di ettari.
In Spagna, il mais Gm è coltivato dal 1998 in virtù di un codice di condotta non vincolante. Il 23 luglio 2003 la Commissione ha adottato una raccomandazione recante orientamenti per lo sviluppo di strategie nazionali e migliori pratiche, intesa ad aiutare gli Stati membri ad elaborare strategie nazionali, legislative o di altro genere, sulla coesistenza.
La maggioranza degli Stati membri è tuttora impegnata nell’elaborazione di approcci nazionali, mentre quattro Stati membri (Germania, Danimarca, Portogallo e sei Länder austriaci) avevano adottato norme specifiche sulla coesistenza alla fine del 2005. Devono essere ancora messi a punto programmi di monitoraggio per verificare l’efficacia e la convenienza economica dei provvedimenti adottati.
Le misure di coesistenza sono intese a tutelare i produttori di colture non transgeniche dalle eventuali conseguenze economiche di una commistione accidentale con Ogm. Secondo la raccomandazione della Commissione, le misure di coesistenza non devono essere più rigorose del necessario per garantire che i residui accidentali di Ogm nei prodotti non Gm si mantengano al di sotto delle soglie di tolleranza fissate dall’Ue, al fine di evitare oneri non necessari a carico degli operatori.
Le misure devono basarsi su un fondamento scientifico, devono essere proporzionate e non possono imporre un divieto generalizzato delle colture transgeniche.
Gli Stati membri hanno per lo più orientato i loro approcci verso misure di gestione applicabili alle singole aziende o misure di coordinamento tra aziende limitrofe.
L’onere dell’applicazione di misure di separazione è generalmente a carico dei produttori di colture transgeniche. In considerazione della grande diversità che caratterizza l’agricoltura europea, le misure di coesistenza devono essere adeguate alle condizioni locali e ai tipi di colture e lasciare agli Stati membri il più ampio margine di flessibilità per elaborare le loro strategie nazionali.
Secondo la Commissione, occorre maturare ulteriore esperienza prima di poter discostarsi dall’attuale approccio improntato alla sussidiarietà, suggerito dalla raccomandazione del 2003.
La Commissione intende comunque fare tesoro delle opinioni che saranno espresse dai soggetti interessati. L’occasione sarà offerta dalla conferenza sulla coesistenza che si terrà a Vienna dal 5 al 6 aprile 2006. Nel frattempo, la Commissione si propone di stimolare la massima collaborazione tra gli Stati membri; analizzare le più recenti informazioni scientifiche ed economiche disponibili sulle misure di separazione; definire, di concerto con gli Stati membri, buone pratiche per le misure tecniche di separazione, in vista della formulazione di raccomandazioni specifiche per coltura, nonché raccogliere ulteriori informazioni sui sistemi nazionali vigenti in materia di responsabilità civile.
Nel 2008 la Commissione presenterà una relazione sui progressi compiuti e un resoconto aggiornato delle misure nazionali di coesistenza che saranno state elaborate e applicate. Http://europa.eu.int/comm/agriculture/coexistence/index_en.htm