Aceite del Bajo Aragón
Spagna – L’Olio d’oliva extra vergine, ottenuto da olive delle varietà Empeltre, Arbequina e Royal; la Empeltre, varietà predominante nella zona di produzione, è presente nel prodotto in una percentuale minima dell’80 % e ne determina dunque in gran parte le caratteristiche. Le altre varietà, secondo la tradizione, non possono partecipare alla composizione dell’Aceite del Bajo Aragón in proporzione superiore al 20 % del volume.
Caratteristiche organolettiche: – Aspetto Chiaro, senza alcuna traccia di velature, torbidità o impurezze che impediscano di apprezzarne la trasparenza
– Colore Giallo, con sfumature dal giallo dorato all’oro antico
– Sapore Gusto fruttato al principio della campagna, con lieve aroma di mandorla, non
amaro, tendente al dolce e leggermente piccante
– Punteggio minimo ottenuto al test di degustazione 6,5
Caratteristiche fisico-chimiche:
– Acidità massima (% acido oleico) 1,00
– Indice massimo dei perossidi (meq. O2/kg) 20
– K270 massimo (nm) 0,15
– K232 massimo (nm) 2,00
– Acqua e sostanze volatili, massimo (%) 0,15
– Impurezza, massimo (%) 0,10
La zona di produzione è la regione naturale situata ad ovest della Comunità autonoma di Aragona, fra le province di Zaragoza e Teruel, e coincide con la parte sudorientale della valle dell’Ebro; essa copre una superficie di 31 560 ha di oliveti e comprende i seguenti comuni: Aguaviva,Alacón,Albalte del Arzobispo,Alborge,Alcañiz,Alcorisa, Alloza,Almochuel,Almonacid de la Cuba, Andorra,Arens de Lledó,Ariño,Azaila, Beceite,Belchite,Belmonte de San José,Berge,Bordón,Calanda,Calaceite, Cañizar del Olivar,Caspe,Castelserás, Castelnou,Castellote,Chiprana,Cinco olivas,Cretas,Crivillén,Escatrón,Estercuel,Fórnoles,Fabara,Fayón,Foz-Calanda,Fuentes de Ebro,Fuentespalda, Gargallo,Híjar,Jatiel,La Cerollera,La Codoñera,La Fresneda,La Ginebrosa,La Mata de los Olmos,La Portellada,Lagata,
Letux,La Puebla de Híjar,La Zaida,Lledó,Los Olmos,Maella,Más de las Matas,Mazaleón,Mequinenza,Molinos,Monroyo,Nonaspe,Oliete,Parras de Castellote,Peñarroya de Tastavins,Quinto de Ebro,Sástago,Ráfales,Samper de Calanda, Seno,Torrecilla de Alcañiz,Torre de Arcas,Torre de Compte,Torrevelilla, Urrea de Gaén,Valdealgorfa,Valderrobres,Valdeltormo,Valjunquera,Vinaceite
Le olive che giungono agli impianti di estrazione appartengono alle varietà autorizzate e provengono da piantagioni iscritte nei registri del Consejo Regulador (Consiglio regolatore) e da questo controllate.
Negli impianti iscritti e situati nella zona di produzione si macinano le olive e viene estratto l’olio.
Gli oli ottenuti vengono sottoposti a un sistema di valutazione conforme a quanto disposto nel disciplinare e vengono immagazzinati e condizionati presso gli impianti iscritti e situati nella zona delimitata.
Gli oli vengono sottoposti ad analisi fisico-chimiche e organolettiche; solo quelli che superano tutti i controlli vengono condizionati e immessi sul mercato con la denominazione d’origine e l’etichetta numerata fornita dal Consejo regulador.
Le olive vengono coltivate in piantagioni registrate, in regime irriguo o non irriguo. Si procede a tre lavorazioni superficiali con coltivatore e a un passaggio di rullo che prepara il terreno alla raccolta. La dose di azoto annua non supera il chilogrammo per albero. Nel
periodo di formazione si procede a una leggera potatura e, nelle piantagioni adulte, si cerca di mantenere un equilibrio foglie/legno.
Una volta raggiunto un indice di maturazione adeguato, le olive vengono raccolte con la massima cura direttamente dall’albero e vengono trasportate ai frantoi nelle condizioni previste per evitarne il deterioramento. La raccolta avviene tra metà novembre e fine marzo; tra la raccolta delle olive e l’estrazione dell’olio possono trascorrere al massimo 48 ore. Nei franti registrati, i frutti vengono sottoposti a procedimenti meccanici di estrazione che includono le seguenti operazioni: lavaggio, macinazione, mescolatura della pasta a una termperatura
massima di 35 °C, separazione delle fasi e magazzinaggio. Al termine del processo di elaborazione e valutazione, gli oli vengono condizionati in bottiglie di vetro o ceramica o in recipienti metallici con capacità massima di cinque litri.
Le varietà autorizzate per la produzione di Aceite del Bajo Aragón sono quelle tradizionali della zona di produzione. Le varietà Empeltre e Royal sono considerate autoctone sulla base dei riferimenti bibliografici esistenti mentre la Arbequina, proveniente dalla vicina provincia catalana,
è stata introdotta nel XIX secolo. La più antica testimonianza conosciuta sull’olio di questa zona si trova nell’«Ora maritima» del poeta latino del IV secolo Rufo Avieno, che a partire da un testo del 550 a.C. racconta come alcuni navigatori risalissero il corso dell’Ebro per commerciare con le popolazioni rivierasche e approvvigionarsi di olio, vino e frumento. Nell’«Ora maritima», l’Ebro viene chiamato «Oleum flumen», che significa «fiume d’olio». Ignacio de Asso, autore nel 1798 della «Historia de la Economía Política de Aragón», fa molteplici riferimenti agli olivi del Bajo
Aragón. La notorietà attuale dell’Aceite del Bajo Aragón cominiciò a formarsi alla fine del XIX secolo, in coincidenza con l’espansione commerciale di Tortosa, il principale mercato oleicolo di questa zona aragonese, dove si insediarono importani imprese del settore che ne avevano scoperto le qualità. Ciò fece sì che diverse imprese commerciali si installassero ad Alcañiz per acquistare direttamente l’Aceite del Bajo Aragón prima di giungere a Tortosa, evitando in tal modo la forte concorrenza presente in quella città. Un importante riferimento bibliografico degli inizi del secolo mostra la reputazione di cui l’Aceite del Bajo Aragón godeva in quel periodo. Si tratta del testo «Elaboración del Aceite de Oliva» di Isidro Aguiló y Cortés, del 1918. Nel primo terzo del XX secolo, l’Aceite del Bajo Aragón era molto apprezzato anche da gastronomi come Teodoro Bardají, Dionisio Pérez e altri. Ha radici antiche un detto molto utilizzato fuori della regione, secondo il quale l’Aceite del Bajo Aragón sarebbe il migliore del mondo. È quanto afferma ancora Daniel Magrané nel suo libro «El aceite de oliva en España» (Edizioni Espasa Calpe — 1961).
L’area di coltivazione si trova nella zona sudorientale della valle dell’Ebro nota come Bajo Aragón, che coincide sostanzialmente con le valli fluviali dei fiumi Aguavivas, Martín, Regallo, Guadalope e Matarraña. La zona è arida, con precipitazioni scarse e irregolari e temperature estreme dovute alla continentalizzazione risultante dal rilievo, che isola la zona dalle influenze marittime sia mediterranee che atlantiche. D’altra parte, il forte vento dominante da nordest, noto como Cierzo, accentua ulteriormente l’aridità.
Il territorio è pianeggiante o leggermente ondulato, con un’altitudine compresa tra 122 m a Caspe e 632 m ad Alcorisa. I suoli sono calcarei e presentano orizzonti di carbonato di gesso, caratteristici delle sedimentazioni del miocene in zona lacustre con clima caldo e secco.
Le precipitazioni medie annue sono di 350 mm e la temperatura media annua è di 14,8 °C.
Tecniche adeguate di coltivazione, manutenzione del suolo, fertilizzazione, potatura e controllo di parassiti e malattie vengono a completare un ambiente che si presta allo sviluppo della coltivazione di un olivo con caratteristiche legate alla zona geografica.