Al Forum Qualivita si è discusso delle potenzialità per i cibi di qualità
Nella giornata conclusiva del II Forum Europeo sulla Qualità Alimentare sono stati presentati i risultati dei quattro panel di lavoro delle due giornate organizzate dalla Fondazione Qualivita sulla qualità alimentare. Secondo Jurgen Knauss, relatore del primo gruppo di lavoro, dedicato al “concetto di qualità nel settore agroalimentare” sono dieci i punti nei quali si può riassumere questa materia, ricca e appassionante.
Per il famoso pubblicitario “il prodotto è magico e a capo di tutte le scelte c’è il consumatore. Ciò detto occorre avere idee uniche sui prodotti e però maggiori idee sulla presentazione e il confezionamento dei prodotti, che devono essere comodi. Serve sempre più avere uno stile di vita equilibrato e rappresentare i valori culturali che ogni prodotto ha in sè.
"Dobbiamo sempre dimostrare quello che siamo e prenderci cura delle cose e quindi degli altri. Il futuro sta nella maggior varietà, ma anche nella maggior trasparenza. Serve comprendere maggiormente cosa vuole il consumatore, ma anche migliorare il marketing che deve essere un concetto integrato, totale. Inoltre serve a mio avviso, non può che essere così, maggior pubblicità, cioè maggiori informazioni, ma anche maggiori emozioni”.
E proprio le emozioni sono state al centro del Forum Europeo.
Il terzo panel, dedicato alla “percezione della qualità e all’educazione alla qualità” ha riflettuto, come ricordano le parole di Rosa Bianco Finocchiaro, proprio su questo tema. In altri termini la percezione è sia una questione sensoriale, sia cerebrale.
Rispondendo a tutta una serie di domande sulla percezione sensoriale e sull’educazione sensoriale ci si accorge, infatti, come sottolinea Finocchiaro “del fatto che il cibo è simbolo e metafora, cioè il gusto è essenzialmente sociale, è condivisione di sensazioni e di valori. Il cibo di qualità è collegato strettamente all’affettività, ma non ha solo una dimensione individuale, bensì sociale. Proprio da qui si può partire per ripensare un'educazione alla qualità alimentare”.
Il tema del cibo come elemento sociale è stato al centro anche della sintesi del secondo panel di lavoro, sulla “Qualità nella filiera”. ù
A parere di Rosario Trafiletti, presidente di Federconsumatori e relatore di questo gruppo di lavoro “il forum è stato molto importante per confrontarsi su questi temi in maniera davvero seria.
C’è una sostanziale convergenza di idee, ma mi auguro che questa diventi anche una convergenza di azioni.
La qualità è qualità in tutti i comparti della filiera e non solo e non più solo in uno di essi.
Il consumatore è davanti a tutto. A lui si deve guardare”.
Trefiletti nella sua sintesi ha anche sottolineato come l’azione della Fondazione Qualivita in questi anni sia stata fondamentale per scindere il tema della sicurezza alimentare da quello della qualità: “la sicurezza è una precondizione che deve essere alla base di tutti i cibi e di tutti i prodotti. Chiudo dicendo che le nostre aziende devono davvero produrre cibi di qualità, considerando che la qualità è fatta di molte cose: condizioni, precondizioni e contesto. Anche la connotazione è importante. L’informazione, la comunicazione, il rapporto qualità-prezzo e la pubblicità (non ingannevole) fanno parte di questa qualità”.
Ottimista, ma critica è stata la sintesi di Laura La Torre.
A suo parere, infatti, le potenzialità, così come i problemi non mancano. “Un fenomeno pericoloso – ha affermato La Torre – è quello della agropirateria a cui si può rispondere con la repressione, ma anche con la prevenzione.
La legge prevede solo marchi comunitari. Dobbiamo essere molto chiari e dire che per legge non possono esserci marchi locali, regionali, nazionali.
Non servono più bollini.
Dop e Igp devono essere gli unici due marchi che danno davvero valore all’eccellenza.
Le istituzioni sono vicine ai produttori e li assistono nell’ottenimento dei marchi, ma i marchi servono per le eccellenze.
Non possiamo pensare che tutti i cibi vengano certificati”.
Il messaggio della dottoressa La Torre è molto chiaro, all’Italia, ma anche all’Ue: “occorre che i 15 si mettano d’accordo sulle regole. Solo così i 25 saranno d’accordo sulle regole”.
Fonte: news Qualivita