Alle sbarre il Prosciutto di Norcia
Sabato 4 e domenica 5 marzo 2006, il Prosciutto di Norcia, padre nobile della norcineria umbra, sarà l’imputato eccellente di un processo, promosso dalla Comunità Montana Valnerina, dal Consorzio del Prosciutto di Norcia Igp e con il sostegno della regione Umbria, che si svolgerà in un’insolita aula di tribunale: la spettacolare Sala del Consiglio Maggiore dell’edificio Comunale di Norcia.
L’imputato è l’affettato più importante e diffuso dell¹Umbria, che recentemente ha anche ottenuto dall’Unione Europea l¹Indicazione Geografica Protetta (Igp).
All’insegna dell¹ironia e del divertimento: una vera e propria corte d’assise dibatterà su storia e gloria di un alimento che, famoso fin dal Medioevo, vanta oggi il riconoscimento europeo dell’IGP ed è sempre più protagonista sulle nostre tavole. Grazie al particolare metodo di lavorazione tradizionale che gli conferisce forma, colore e aroma davvero unici.
A fronte dei sette, gravissimi, reati contestati, quale migliore occasione di un processo per dire tutta (e solo) la verità su questo gustosissimo alimento, riscoprendo anche le ricchezze naturali, storiche, culturali e gastronomiche della Val Nerina?
È accusato di reati gravissimi (ben tutti e sette i vizi capitali!) e, per questo, per ben due giorni, sarà messo sotto processo e giudicato da una corte d’assise in cui siederanno dei veri e propri esperti.
Dalla inconfondibile forma ‘a pera’, saporito, ma non salato, è caratterizzato da un colore rosato o rosso e da un profumo tipico, leggermente speziato.
Nel corso del processo, il Prosciutto di Norcia dovrà vedersela con un collegio giudicante di altissimo livello e preparazione: giornalisti, gastronomi, nutrizionisti e rappresentanti della filiera produttiva che vestiranno i panni di giudici, giuria popolare, pubblici ministeri, avvocati difensori e di parte civile, testimoni probatori per dare vita al dibattimento del secolo sulle virtù culinarie e nutrizionali di uno dei grandi protagonisti delle tavole italiane.
I CAPI D’ACCUSA
Ecco, seguendo l’ordine rigorosamente canonico, i reati contestati all’accusato.
1. SUPERBIA: il Prosciutto di Norcia sminuisce i meriti degli altri prodotti della norcineria e si autoproclama ‘Principe dei Salumi’.
2. ACCIDIA: l’imputato indugia voluttuosamente nell’ozio per 15 e più mesi, all’aria fresca nell¹amena zona della Valnerina, al di sopra dei 500 metri d’altezza.
3. LUSSURIA: il presunto colpevole incrementa il desiderio a tavola e soddisfa le bramosie di gourmet dediti al peccato.
4. IRA: alcuni testimoni insospettabili lo accusano di causare terribili liti tra parenti che si contendono l’ultima fetta rimasta in tavola.
5. GOLA: la sua frequentazione induce a raffinatezze gastronomiche esagerate e alla propensione verso vivande pregiate.
6. INVIDIA: risulta che l’incriminato attribuisca i successi altrui alla fortuna o al caso, mentre solo lui vanta origini uniche.
7. AVARIZIA: è innegabile che il prosciutto di Norcia si conceda a pochi eletti; forse perché è caro e la sua produzione limitata.