Angelo Gaja rassicura sulla concorrenza ai vini italiani
“L’Italia non deve avere paura della crescita di altri paesi produttori perché con i vigneti in quei mercati cresce anche la cultura del vino e il consumo”. Angelo Gaja non si smentisce e vede opportunità là dove altri gridano solo al pericolo. A patto che si punti però alla qualità e all’unicità del prodotto offerto. Un ottimismo fuori dal coro, affermato, con la solita chiarezza, davanti a oltre 500 appassionati intervenuti ai Sommelier di Roma per una degustazione completa, non solo di tutta la produzione dal Piemonte alla Toscana, ma anche dei vini eccellenti importati da tutto il mondo e distribuiti solo a enoteche e ristoranti da Gaja Distribuzione.“E’ stato così per gli Stati Uniti e il Giappone, mercati dove l’Italia può crescere ancora – sostiene Angelo Gaja – così sarà anche per i Paesi dell’Est, per l’India e per la Cina. Non basta essere bravi esportatori, è necessario favorire in tutti i modi la crescita della cultura del vino in quei Paesi. Anche organizzando sul posto scuole di cucina italiana perché sappiamo come i ristoranti sono fondamentali per il successo del nostro vino nei mercati”.
Angelo Gaja è stato recentemente in Cina dove già esistono 400.000 ettari di vigneto, già tanti se si pensa che in Italia gli ettari vitati sono 670.000. “Non dobbiamo spaventarci, l’Italia ha un vantaggio competitivo, può fare vini originali e di qualità difficilmente imitabile. L’importante è puntare sulla fascia di vini di qualità – conclude Angelo Gaja – ma non bastano i territori particolarmente vocati oppure i vitigni autoctoni. L’Italia ha bisogno di imprenditori, dobbiamo aiutare i giovani a crescere più rapidamente, abbiamo bisogno di più comunicazione e vero marketing. E non dobbiamo lasciare fare ai politici”.
Fonte: WineNews