Cambia Schengen: meno libertà agli Stati di chiudere le frontiere
E’ di pochi giorni fa la decisione del Consiglio europeo di non consentire l’entrata di Bulgaria e Romania nell’area
Schengen. Paesi Bassi e Finlandia ritengono ancora troppo presenti i problemi della corruzione e della criminalità
organizzata (si veda l’approfondimento in questo numero).
E allora come rendere più efficiente e sicura la grande area europea di libera circolazione delle persone, nota
come zona Schengen? Nei mesi scorsi gli attriti tra Italia e Francia al confine di Ventimiglia sulla questione degli immigrati tunisini, ma anche l'irrigidimento della Danimarca sull'interpretazione del trattato, hanno portato la Commissione
europea a presentare una serie di proposte per un approccio più efficiente per la circolazione di centinaia
di migliaia di cittadini che ogni giorno viaggiano tra i confini dei Paesi appartenenti a quest'area.
Le proposte introducono un meccanismo di valutazione e monitoraggio a livello europeo più solido, e un meccanismo
decisionale europeo più strutturato, che possa permettere il ripristino temporaneo dei controlli alle frontiere
interne in caso di minaccia grave per l'ordine pubblico e la sicurezza interna. Viene limitata la facoltà dei singoli
Paesi di chiudere le proprie frontiere.
L'attuale sistema, fondato su un meccanismo intergovernativo di valutazione tra gli Stati, che possono, in circostanze
eccezionali, decidere di ripristinare i controlli alle frontiere interne, si è dimostrato inefficiente. Gli strumenti
per monitorare i punti deboli della gestione dell'area Schengen sono insufficienti, e porre rimedio alle falle è complicato.
Le regole attuali permettono di viaggiare per 25 paesi europei senza passaporto. Gli Stati possono ripristinare i
controlli alle frontiere interne, in via eccezionale e temporanea, in caso di minaccia grave per l'ordine pubblico o la
sicurezza interna. La Commissione è però convinta che tale facoltà, che ha ripercussioni su tutto lo spazio Schengen,
debba essere gestita a livello europeo con trasparenza, coerenza ed efficienza.
La decisione di ripristinare i controlli alle frontiere interne per eventi prevedibili (come grandi manifestazioni sportive
o importanti riunioni politiche) andrebbe presa a livello europeo e dovrà essere motivata dalla necessità di contrastare
una minaccia grave per l'ordine pubblico e la sicurezza interna. In linea generale, si potrebbero allora
autorizzare i controlli lungo frontiere designate, per un periodo rinnovabile di 30 giorni.