Ci ha lasciato il Maestro Gualtiero Marchesi
Si è spento il 26 dicembre 2017 nella sua casa milanese alla soglia degli 88 anni il Gran Maestro della cucina italiana Gualtiero Marchesi, cuoco innovatore che innalzò la ristorazione italiana a quel ruolo che ancor oggi la contraddistingue nel mondo quale espressione dell'alta cucina.
Un "compositore" tra i fornelli dal genio sempre in evoluzione, lontano da quello stuolo di "fenomeni" mediatici che propinano ricette "griffate" in tv e sul web. Un uomo che benché distante dall'aleatoria notorietà del piccolo schermo e della rete, era ritenuto lo chef italiano più noto nel mondo, e colui che ha contribuito allo sviluppo della cucina italiana ponendo la cultura culinaria tricolore tra le più importanti del mondo. I suoi piatti, le sue creazioni, parlavano per lui.
Marchesi nacque a Milano da una famiglia di ristoratori di San Zenone al Po, in provincia di Pavia, grazie alla quale mosse i primi passi in ambito gastronomico e nella ricerca del proprio personale percorso culinario. Percorso che lo portò a frequentare la scuola alberghiera di Lucerna, e a proseguire il suo perfezionamento a Parigi. Divenne egli stesso maestro, quando nel 2006 fondò Alma, la Scuola Internazionale di cucina italiana a Colorno (Parma); ne fu rettore fino al settembre 2017, quando entrò nella presidenza del Comitato scientifico. Fondò anche la Italian Culinary Academy a New York. Il 19 marzo 2010 in occasione dei suoi ottant'anni nacque la Fondazione Gualtiero Marchesi, che ha come missione la diffusione del bello e del buono in tutte le arti, dalla musica alla pittura, dalla scultura alla cucina.
Fu il primo italiano a prendere le 3 stelle della Guida Michelin. Nel 1986. E fu sempre il primo, nel 2008, a restituirle: con un gesto coraggioso che voleva essere plateale Marchesi contestò il sistema di votazione della guida, affermando di voler ricevere solo commenti e non punteggi.
"Ciò che più m'indigna è che noi italiani siamo ancora così ingenui da affidare i successi dei nostri ristoranti — nonostante i passi da gigante che il settore ha fatto — a una guida francese. Che, lo scorso anno, come se niente fosse, ha riconosciuto il massimo punteggio a soli 5 ristoranti italiani, a fronte di 26 francesi. Se non è scandalo questo, che cos'è? […] Quando, in giugno, polemizzai con la Michelin lo feci per dare un esempio; per mettere in guardia i giovani, affinché capiscano che la passione per la cucina non può essere subordinata ai voti. So per certo, invece, che molti di loro si sacrificano e lavorano astrattamente per avere una stella. Non è né sano, né giusto", scriveva nel novembre di quell'anno.
Come risultato, nell'edizione 2009 il ristorante di Marchesi "sparì" dalle pagine della guida, rimanendo citato solo come il ristorante dell'albergo in cui ha sede, e senza nessuno dei commenti voluti.
Quando lasciò il ruolo di rettore di Alma, lo scorso settembre, egli definì la scuola "Un parto e una paternità". Il grande chef lascia in eredità anche un altro grande progetto: la Casa di riposo per cuochi, che aprirà i battenti a Varese nell’autunno del 2018.
Solo pochi anni fa il Maestro, che amava profondamente la musica ed in particolare Giuseppe Verdi, aveva dichiarato: "Io ormai non faccio più il cuoco ma il compositore. Ho letto una frase di Schönberg: 'Le idee non possono mai perire, lo stile può anche cadere in disuso'. I miei piatti sono idee, come il mio riso e oro: perché dovrei smettere di farlo?".
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