Ci vestiremo con la pelle di fungo e la seta dei ragni
Funghi come una seconda pelle tutta da indossare? Si può. In un mondo alla febbrile ricerca di ecosostenibilità, moda e nuove tecnologie camminano a braccetto. Così la stilista inglese Stella Mc Cartney, tra le pioniere di questa tendenza, punta su Mylo per le sue creazioni in simil pelle. Mylo è un morbidissimo cuoio vegano destinato a conquistare i cuori delle nuove generazioni. Ottenuta dalle radici dei funghi, questo simil cuoio ha grosse probabilità di sostituire la plastica nella creazione delle pelli sintetiche. «Abbiamo supportato questa incredibile innovazione sin dal suo inizio perché credo che i nostri clienti non dovrebbero mai scendere a compromessi sul fronte della sostenibilità e Mylo ci permetterà di raggiungere questo obbiettivo», ha dichiarato entusiasta a Vogue Italia Mc Cartney.
La pelle di fungo che ha conquistato la stilista inglese è nata nei laboratori di Bolt Threads, una startup californiana in grado di realizzare prodotti tessili derivati dai microrganismi senza più utilizzare il petrolio o sacrificare gli animali. Oltre a Mylo, Bolt Threads ha creato seta prodotta dai ragni.
L’industria tessile rappresenterebbe la seconda fonte di inquinamento a livello mondiale e secondo i fondatori di Bolt Threads le cose devono cambiare, e in fretta. «L’industria tessile su larga scala non è stata capace di rinnovarsi negli ultimi decenni e la tecnologia di bio-ingegneria che abbiamo sviluppato rappresenta un’opportunità per rivoluzionare il vecchio mondo della produzione e renderlo più sostenibile – ha dichiarato ad Esquire uno dei fondatori di Bolt Threats – il nostro approccio permette di minimizzare l’impatto ambientale rispetto alle opzioni esistenti che si appoggiano sull’industria petrolchimica».
Fonte: https://www.cdt.ch/mondo/vestirsi-di-fungo-si-puo-EE4017215?_sid=omCgFCcM&refresh=true