Crescita costante per le Strade del Vino
Si consolida sempre di più il mondo delle Strade del Vino. È questo il risultato di una recente ricerca del Censis, che ha analizzato nell’insieme le centoquaranta Strade del Vino che ad oggi sono attive sul territorio italiano.
È risultato particolarmente interessante il panorama delle Strade del Vino, dei Sapori e dell’Olio delle regioni del centro-nord, Emilia Romagna, Umbria, Marche e Toscana: qui le strade sono quaranta, e attraggono all’incirca quattro milioni di visitatori all’anno. Le venti strade presenti in Toscana sono percorse da due milioni di turisti ogni anno, le quattordici dell’Emilia Romagna da oltre un milione e mezzo di persone, le quattro umbre da un milione di visitatori, mentre le sole due marchigiane (Strada del Verdicchio di Matelica e Strada del Rosso Conero) vengono raggiunte da cinquecentomila turisti.
Interessanti anche i dati relativi alla spesa media di chi visita le Strade, arrivata nel 2006 a 167 euro al giorno contro i 149 del 2003, con una proporzione altrettanto degna d’attenzione, quella che vede per ogni euro speso per l’acquisto in prodotti enologici almeno cinque euro per altri acquisti turistici. Il dato è interessante come prova che il turismo enogastronomico non solo ‘tira’, ma porta con sé un indotto significativo di cui beneficia tutta l’economia locale.
A dimostrazione di quale sia la crescita rispetto agli anni precedenti, basti dire che nell’ultimo anno le Strade sono passate da 120 a 140, e che solo nelle Marche entro la primavera del 2008 è prevista la delibera per la creazione di almeno altre quattro Strade del Vino. Il tutto mentre in nazioni come la Francia ne sono presenti in tutto dieci.
Ma non è tutto rose e fiori. A detta di Fabio Taiti, presidente del Censis, “delle 140 Strade esistenti in Italia, quaranta esistono solo sulla carta, altrettante funzionano bene, trenta funzionano discretamente e le restanti sono un po’ indietro”. In pratica si evince che delle 140 ‘sorelle’, quelle che funzionano bene sono piuttosto poche.
Passateci la battuta, i dati sono incoraggianti ma c’è ancora molta strada da fare.
Alessandro Tibaldeschi