Crollano gli allevamenti rurali e biologici di polli
La “psicosi da aviaria” sta distruggendo i mille allevamenti rurali e biologici che attualmente operano nel nostro Paese e che già negli ultimi tre mesi del 2005 avevano subito un colpo durissimo per il drastico calo dei consumi di pollame e di uova.
A lanciare l’allarme è la Cia-Confederazione italiana agricoltori per la quale questi produttori, negli ultimi cinque giorni, hanno visto praticamente paralizzate le vendite e non hanno ricevuto alcuna commessa. Anzi, in alcuni casi i contratti già sottoscritti non sono stati rispettati.
La situazione per l’avicoltura rurale e “bio” è tragica e al momento – afferma la Cia – non si intravede una via d’uscita.
I consumi di pollo sono andati in picchiata (oltre il 70 per cento in meno con un danno per l’intera filiera avicola che supera abbondantemente i 650 milioni di euro) e hanno messo alle corde questi allevamenti che danno lavoro, tra dipendenti diretti ed indotto, a cinquemila persone, con un giro d’affari di 500 milioni di euro l’anno.
In questi mesi -ricorda Cia- ci si è completamente dimenticati di questi allevamenti. Da parte del governo non c’è stata alcuna misura di sostegno. I produttori hanno fatto i conti con un mercato che ormai ha imboccato una drammatica china.
I redditi si sono più che dimezzati. Molti sono stati costretti a chiudere, mentre altri si trovano i frigoriferi stracolmi di pollame invenduto. Stesso discorso per le uova da riproduzione e per i pulcini da ingrasso. Ad oggi le richieste sono nulle.
Gli allevamenti rurali e biologici, che coprono più del 15 per cento del consumo nazionale di pollame e di uova, rappresentano – dice la Cia – un comparto di grande importanza per la qualità e la tipicità delle loro produzioni e per il forte legame con il territorio. Inoltre, assicurano l’avvio del ciclo della filiera avicola italiana.
Il futuro è, quindi, alquanto oscuro. Il crollo dei consumi, il calo dei prezzi, la paralisi delle commesse e i maggiori investimenti richiesti dalle nuove normative previste dalle ultime ordinanze del ministero della Salute, sono diventati – sottolinea la Cia – una miscela esplosiva per questi allevamenti per i quali è un vero tracollo.
D’altra parte, anche il decreto del governo che prevede l’acquisto da parte di Agea, di carni di pollame congelate per un quantitativo di 17 mila tonnellate, oltre ad essere per ora inapplicato, non porta – denuncia la Cia – alcun beneficio agli allevatori del settore rurale e biologico.
Fonte: Cia