Dalla Francia notizie preoccupanti sul glifosato
Riceviamo da Green Peace e pubblichiamo:
La Francia è uno dei Paesi europei dove si usa molto il glifosato , il pericoloso erbicida considerato come probabile cancerogeno dall’agenzia dell’OMS per la ricerca sul cancro. Come conseguenza di questo uso intensivo, quasi il 100% dei cittadini francesi ha tracce di glifosato nelle urine. È la sconcertante scoperta dello studio effettuata da diversi centri tra i quali l’Università di Mayotte e l’Inserm di Marsiglia.
L’indagine è stata condotta su oltre 6.800 persone dell’età media di 53 anni, i cui campioni sono stati raccolti per due anni, tra il 2018 e il 2020.
Nonostante questo, il pericoloso erbicida rischia di essere autorizzato in Europa per altri 10 anni. C’è tempo fino al 16 novembre per agire e metterlo al bando.
Ma non è tutto… i l Fondo francese per i risarcimenti alle vittime dei pesticidi ha accolto recentemente la richiesta di un ragazzo di 16 anni per un ingente indennizzo , in quanto affetto da malformazioni congenite alla laringe e all’esofago, dovuto al fatto che sua madre, durante la gravidanza, è stata a lungo esposta proprio al glifosato.
Il ragazzo ha già subito 54 interventi chirurgici e con questa serie infinita di operazioni oggi riesce a respirare grazie ad una tracheotomia e a mangiare. Questo è il primo caso di indennizzo riconosciuto per tale ragione.
I risultati dello studio in Francia confermano quelli già ottenuti in Portogallo, Danimarca, Germania e Stati Uniti. In Italia, inoltre, il glifosato è una delle principali cause di contaminazione delle acque.
Eppure l’Europa nel 2017 aveva deciso di continuare a permettere l’impiego di glifosato. Il 13 ottobre scorso il Governo Italiano ha paradossalmente votato a favore del rinnovo , ma la maggioranza non è stata raggiunta, e la partita è ancora aperta! Ora abbiamo tempo fino al 16 novembre per chiedere al Governo di esprimersi contro questo pesticida, per metterlo definitivamente al bando.
Bisogna dare priorità alla salute pubblica e alla protezione dell’ambiente rispetto agli interessi privati di multinazionali prendendo una posizione netta contro il rinnovo del glifosato per salvaguardare il benessere delle persone e degli ecosistemi.
Cos’è il glifosato
Il glifosato è un erbicida introdotto in agricoltura negli anni Settanta del secolo scorso dalla multinazionale Monsanto con il nome commerciale di Roundup. Ha avuto una grande diffusione perché alcune coltivazioni geneticamente modificate sono in grado di resistergli: distribuendo il glifosato sui campi si elimina ogni erbaccia o pianta tranne quella resistente che si desidera coltivare. Si aumenta così la resa per ettaro e si riduce l’impegno per l’agricoltore. Per la sua bassa tossicità rispetto agli erbicidi usati all’epoca è stato da subito molto usato anche in ambienti urbani per mantenere strade e ferrovie libere da erbacce infestanti. È attualmente l’erbicida più usato al mondo anche per la caratteristica di rimanere negli strati superficiali del terreno e di essere degradato e distrutto con relativa facilità dai batteri del suolo. Il brevetto della Monsanto è scaduto nel 2001 e da allora il glifosato è prodotto da un gran numero di aziende.
Il glifosato è l’erbicida più diffuso al mondo, per via della sua efficacia e della minore tossicità rispetto agli analoghi prodotti che erano disponibili quando è stato messo in commercio.
Uno studio svolto con il glifosato somministrato ai ratti sembrava averne dimostrato la cancerogenicità. Tuttavia, l’articolo pubblicato nel 2012 è stato in seguito ritrattato per problemi di metodo e i dati non sono mai stati replicati in studi di qualità superiore.
Dopo attenta analisi delle prove disponibili, la IARC di Lione ha classificato il glifosato nel gruppo 2A, tra i probabili cancerogeni.
ECHA, EFSA, OMS e FAO hanno espresso giudizi più rassicuranti, ma hanno previsto comunque misure di cautela, come il divieto di utilizzarlo in aeree densamente popolate o la necessità di riesaminare i livelli massimi di residui di questa sostanza che per legge possono essere presenti dentro e sopra gli alimenti.
Negli anni il glifosato ha continuato studiato e dibattuto internazionalmente. Per quanto riguarda le decisioni assunte dai singoli Stati, la Francia si è prefissa di ridurne l’uso per poi eliminarlo completamente nel giro di pochi anni, mentre l’Olanda ne vieta la vendita ai privati per uso casalingo.
Il suo utilizzo come erbicida è stato nuovamente approvato nell’Unione europea nel 2017 fino al 2022, con alcune limitazioni, tra cui il divieto di avere nella stessa formulazione glifosato e ammina di sego polietossilata.