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Dop e Igp, la Cina dice sì alle eccellenze emiliano-romagnole

Ddisponibile a realizzare una campagna di promozione nel suo circuito fieristico.

Bonaccini: "Si apre un'altra grande opportunità per la nostra Food Valley"

A Pechino l'incontro con i vertici di AQSIQ e CNCA, le massime autorità cinesi in campo sanitario e in materia di indicazioni geografiche. Più tutela per i prodotti Dop e Igp nel Paese asiatico e una maggiore collaborazione tra autorità emiliano-romagnole e cinesi per quanto riguarda la sicurezza alimentare. L'assessore Caselli: "Si è costruito un clima di fiducia che potrà semplificare molto anche la gestione del tema delle barriere fitosanitarie"

Bologna – La Cina apre ai prodotti Dop e Igp dell’Emilia-Romagna e dà la sua disponibilità ad avviare una campagna di promozione sul circuito fieristico cinese. Si è concluso con un risultato molto positivo l’incontro di oggi tra il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore all’Agricoltura, Simona Caselli, con i rappresentanti di AQSIQ e CNCA, le massime autorità cinesi in campo sanitario e in materia di indicazioni geografiche, avvenuto nell’ambito della missione istituzionale in corso in questi giorni.

“Si apre una ulteriore, importante opportunità per le eccellenze agroalimentari dell’Emilia-Romagna- sottolinea il presidente Bonaccini- già oggi siamo di fronte a una forte accelerazione delle nostre esportazioni agroalimentari verso il gigante asiatico. L’immenso bacino di popolazione, il forte sviluppo del Pil pro capite e la crescente attenzione alla qualità fanno della Cina un mercato di grandissimo interesse per una regione che, va ricordato, è leader in Europa per numero di prodotti Dop e Igp, 44, e famosa in tutto il mondo per la qualità delle proprie produzioni”.

A rendere ancora più favorevole il contesto, la recente intesa Ue-Cina sul reciproco riconoscimento, e relativa protezione contro le falsificazioni, di 100 indicazioni geografiche e attualmente possono già essere esportati in Cina Aceto Balsamico di Modena Igp, Grana Padano Dop, Parmigiano Reggiano Dop e Prosciutto di Parma Dop.

Dei circa 391 milioni di euro di prodotti agroalimentari italiani esportati nel 2016 in Cina (+750% in valore in dieci anni), il 16% è made in Emilia-Romagna, con una crescita del 64% in cinque anni (dati Nomisma).

“Le autorità cinesi hanno dato la loro disponibilità a realizzare una loro attività di promozione delle Dop e Igp emiliano-romagnole nel loro circuito fieristico- spiega Caselli-. Sanno infatti che si tratta di prodotti non solo buoni, ma anche di elevatissima qualità e salubrità, grazie ai rigorosi disciplinari di produzione. Temi questi che sono oggi molto sentiti in Cina. Regione e AQSIQ hanno anche stabilito di fare un gruppo di lavoro comune per lo scambio di informazioni sui metodi di certificazione. Si è costruito un clima di fiducia che potrà semplificare molto anche la gestione del tema delle barriere fitosanitarie- chiuse l’assessore- che spesso rappresentano un ostacolo all’esportazione dei nostri prodotti nei paesi extraeuropei”.

Durante l’incontro con AQSIQ e CNCA si è definito un programma di visite dei tecnici cinesi in Emilia-Romagna, dove potranno verificare sul campo metodi e tecniche di produzione.

Barriere fitosanitarie: dopo il kiwi al lavoro per esportare le pere dell’Emilia-Romagna

Buone notizie anche in campo ortofrutticolo. Dopo il kiwi, infatti, si sta aprendo il dossier per l’esportazione delle pere in Cina, dove attualmente, per quanto riguarda il comparto ortofrutticolo, dall’Emilia-Romagna possono ‘partire’ solo kiwi e arance. Il principale prodotto è però il kiwi, di cui l’Emilia-Romagna è leader con una superficie coltivata di 4.405 ettari e una produzione di 82mila tonnellate, pari al 25% della produzione italiana e al 13% di quella Ue. Una produzione concentrata soprattutto nelle province di Ravenna e Forlì-Cesena. La produzione esportata è pari al 70%, di cui 11mila tonnellate verso la Cina.

Potrà ora aggiungersi la pera, frutto per cui l’Emilia-Romagna rappresenta la principale area di produzione in Italia e in Europa, con oltre 20mila ettari coltivati – in particolare nel Ferrarese – e una produzione di 450mila tonnellate, il 68% della produzione nazionale