Dopo il basilico, la Liguria ora tutela il Pesto alla genovese
Strada aperta al riconoscimento europeo della D.O.P del pesto, la denominazione di origine protetta per la tutela del prodotto , nella ricetta e negli ingredienti.
Lo ha comunicato l’assessore regionale all’Agricoltura, Giancarlo Cassini che attraverso il suo assessorato e l’associazione AREPO, la rete di regioni europee che si occupa di valorizzazione e tutela delle produzioni tipiche, è riuscito non solo a far arrivare sul tavolo della commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento europeo la richiesta di inserimento della categoria condimenti tra i prodotio da tutelare, ma anche a farla recepire dalla stessa commissione.
“In pratica la commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo – spiega l’assessore Cassini – ha recepito la richiesta proveniente dalla Liguria e dalla rete delle regioni europee; questo significa che dopo il basilico, a breve potremmo avere la possibilità di tutelare il pesto genovese che non potrà così essere più imitato da nessuno, e in questo modo potranno essere tutelate le aziende genovesi e liguri che producono il basilico Dop e quelle che lavorano nella produzione di pesto”.
“Abbiamo avanzato questa richiesta – spiega Cassini – perché il Pesto, salsa emblema dell’enogastronomia ligure, ha rischiato di perdere la sua identità; sotto la denominazione di “pesto ligure”, “pesto genovese o alla genovese” si nascondono processi di produzione e ingredienti che nulla hanno a che vedere con la preparazione tradizionale del pesto, mistificando l’originalità del condimento tutto della nostra regione”.
Quando si parla di pesto infatti non si intende un pesto qualunque, un qualcosa che ha subito una trasformazione in mortaio sotto l’azione del pestello, ma quello specifico condimento che si fa con il basilico genovese (coltivato in Liguria), con il formaggio parmigiano e con quello sardo, con l’aglio, i pinoli, il sale e l’olio extravergine di oliva ligure, quest'ultimo delicato che non prevarica gli altri sapori.
“A questo punto – spiega l’assessore Cassini – la Regione Liguria, attraverso il consorzio dei produttori di pesto alla genovese a cui aderiscono gli operatori di tutta la Liguria, farà partire la procedura per la richiesta della Dop del pesto a livello ministeriale e successivamente il Ministero invierà tutto al Parlamento europeo per il riconoscimento definitivo”.
Un passaggio molto importante dunque quello che è già avvenuto a livello europeo e che certifica non solo un prodotto, ma una particolare ricetta, caratterizzata da ingredienti rigorosamente liguri.