E’ un successo negli USA la “nutrigenomica”
Perché c'è chi può mangiare quintali di ipercalorici cheesburger con contorno di patatine fritte immerse nella maionese senza mettere su un filo di grasso, e c'è chi invece non può nemmeno avvicinarsi alla tavola che ingrassa?
La risposta è nei geni, da cui dipende anche la velocità e l'efficienza dei nostri metabolismi.
La nutrigenomica si occupa proprio di questo. E negli Stati Uniti l'interesse verso questo tipo di studi sta dilagando.
Sempre più laboratori, dietisti e anche venditori on line stanno proponendo ai consumatori dei test genetici che diranno loro come mantenersi in salute scegliendo l'alimentazione più adatta per il loro profilo genetico. Cioè per farsi disegnare una dieta su misura dei propri geni, al costo di diverse centinaia di dollari.
Le sorprese di queste diete, a dire la verità , non sono molte, visto che i principi delle diete basate sulla nutrigenomica sono molto simili a quelli dettati dal buon senso, a partire dal suggerimento di mangiare verdure a foglia verde, buono per ogni profilo genetico.
La compagnia Market America, che vende su internet, propone un kit per farsi il test nutrigenomico in casa, ma secondo gli scienziati, questi commercianti prendono in giro i consumatori, anche perché la scienza ancora non conosce abbastanza il legame tra i geni e l'alimentazione.
Quindi è ancora troppo presto per parlare di diete personalizzate sulla base della genetica.
Lo dicono anche gli scienziati che proprio nella nutrigenomica stanno investendo di più, come Jim Kaput, presidente della NutraGenomics Inc di Chicago: "La gente spende un sacco di soldi per queste presunti test, ma per i consigli nutrizionali basati sulla genetica è davvero troppo presto". Così, chi segue delle diete salutari generiche, basate sui normali principi della nutrizionistica, "probabilmente avrà gli stessi benefici di chi si compra il kit in rete", spiega Jose M. Ordovas, professore alla scuola Friedman di scienze della nutrizione della Tufts University.
La diffusione di notizie incontrollate sugli scopi della nutrigenomica, prosegue Ordovas, può addirittura danneggiarla.
In realtà, la nutrigenomica, più che occuparsi del mantenimento della linea e della prova bikini, si occupa di cose molto serie, a partire dallo stabilire il rapporto tra i profili genetici e lo sviluppo di malattie legate all'alimentazione, diabete e obesità in testa.
Prima del Progetto Genoma, quello che si sapeva del colesterolo era che alti livelli sono legati allo sviluppo di malattie cardiovascolari. Oggi siamo in un momento di transizione delle conoscenze: ancora mancano studi su grandi popolazioni che correlino i geni ai livelli di colesterolo e mancano studi che indichino l'ottenimento di reali benefici da diete basate sui profili genetici.
Gli scienziati sono ottimisti sul raggiungimento di questi scopi, ma insistono: parlare adesso di diete del Dna è ancora prematuro.
Fonte: Lanci – Wall street journal