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Ed ora anche il gelato ha il “suo” Museo

Si tratta del “Museum Carpigiani” situato ad Anzola Emilia, in provincia di Bologna

Un museo sensoriale, non solo perché consente di sperimentare i propri sensi con giochi intriganti, ma anche perché dà senso all’apprezzamento del gelato

Coppetta o cono, il godimento è quasi certo, ma a pochi viene in mente di chiedersi come siamo giunti a questo risultato.

Le origini del gelato risalgono a quando i faraoni egizi e gli imperatori cinesi sperimentavano sorbetti a base di frutta e neve. Tuttavia, fu solo nel XVI secolo che il gelato assunse la forma e il gusto che conosciamo oggi, grazie all’arrivo in Francia delle ricette portate da Caterina de’ Medici. Nei secoli successivi, i maestri gelatieri italiani perfezionarono le tecniche di produzione, sperimentando nuovi ingredienti e gusti. Uno dei momenti chiave fu l’apertura, nel 1686, del primo caffè parigino che serviva gelato, a opera di Francesco Procopio dei Coltelli. L’avvento della rivoluzione industriale nel XIX secolo segnò una svolta decisiva per il gelato. L’introduzione di macchinari per la produzione e la conservazione del gelato permise di aumentarne la produzione e la diffusione su larga scala. Nel 1874, Jacob Fussell aprì la prima fabbrica di gelato industriale negli Stati Uniti, dando vita a un’industria in rapida espansione. Negli anni successivi, l’evoluzione tecnologica continuò a plasmare il mondo del gelato. L’introduzione della pastorizzazione e della refrigerazione permise di produrre gelato in grandi quantità, rendendolo accessibile a un pubblico sempre più ampio. Allo stesso tempo, i maestri gelatieri sperimentarono nuove tecniche di lavorazione, come l’utilizzo di macchinari per l’aerazione e la cristallizzazione del gelato. Oggi, la tecnologia continua a giocare un ruolo fondamentale nell’industria del gelato. L’utilizzo di macchinari avanzati per la produzione, la conservazione e la distribuzione del gelato ha permesso di ottenere prodotti di alta qualità, con una maggiore shelf-life e una più ampia gamma di gusti e consistenze. Inoltre, l’innovazione tecnologica ha aperto nuove frontiere per il gelato, come la produzione di gelati vegani, senza lattosio o a basso contenuto calorico, per soddisfare le esigenze di un pubblico sempre più attento alla salute e al benessere. Dalla semplice neve aromatizzata dei faraoni alle sofisticate creazioni dei maestri gelatieri contemporanei, la storia tecnologica del gelato è un affascinante viaggio attraverso l’evoluzione dei metodi di produzione e conservazione di questo amato dessert, che continua a conquistare i palati di tutto il mondo.

Quindi il gelato nasce per i ricchi e per i potenti e successivamente si fa democratico attraverso un’innovazione tecnologica che pochi altri prodotti alimentari possono vantare. In questa si inserisce la Carpigiani, fondata nel 1946 a Bologna dai fratelli Bruto e Poerio Carpigiani, da sempre focalizzata sulla produzione di macchine per gelato artigianale, ha contribuito significativamente alla diffusione del gelato italiano nel mondo e, dal 2003, con la nascita della Carpigiani Gelato University – oggi diretta da Kaori Ito -, punto di riferimento mondiale nella formazione del settore.

La nascita del Gelato Museum

Così, il 29 settembre del 2012, ad Anzola Emilia, vicino a Bologna, su una superficie di oltre 1000 metri quadrati, apre il museo voluto dalla Fondazione Carpigiani. Come spiega la curatrice Giuliana Gulliotta, Il Gelato Museum Carpigiani si snoda in cinque grandi aree:

  • dai pozzi di neve al sorbetto (XII millennio a.C. – XIII sec. d.C.);
  • il gelato e la nascita di un nobile mestiere (XVI – XVIII sec.);
  • ascesa e diffusione mondiale del gelato (XIX–XX sec.);
  • dal ghiaccio e sale alle nuove tecnologie (1900-1950);
  • Gelatieri e produttori italiani si uniscono: il gelato diventa fiore all’occhiello del made in Italy (1950-1985).

Ogni area tematica approfondisce varie sfaccettature quali, ad esempio, i passaggi dall’uso alimentare a quello strumentale del ghiaccio; com’era il progenitore del sorbetto attraverso il ritrovamento di ricettazioni risalenti al XI sec. oppure quanto fosse importante la presenza del gelato nei banchetti a corte per dar lustro alle casate o nei monasteri per gli ospiti illustri o, ancora, il gelato nei ricettari dei cuochi letterati.

Unico al mondo è lo spazio dedicato ai metodi di lavorazione, poiché strettamente connessi al prodotto finito: dalla ricostruzione delle sorbettiere più antiche (con le varie proporzioni di ghiaccio e sale per produrre più o meno freddo) ai moderni pastorizzatori e mantecatori.

Altri aspetti trattati sono i luoghi e i modi del consumo del gelato; ricostruzione dei laboratori di gelateria, degli strumenti di lavoro.

Dal vedere al fare

Il Gelato Museum Carpigiani è tra i pochi ad avere colto l’importanza che ha l’interattività nella nostra epoca ed esprime questa consapevolezza in modo mirabile:

  • organizza gustosi laboratori di gelato che sono tenuti dai docenti della Carpigiani Gelato University;
  • con Gelato Masterclas trasforma i partecipanti in gelatieri per un giorno;
  • con Gelatology fa scoprire tutte le sfaccettature del dolce freddo: sorbetti, creme, monoporzioni e torte gelato;
  • con Gelato Team Building rende dolce il gioco di squadra: i partecipanti trascorrono un’intera giornata nel laboratorio della Gelato University per sfidarsi in squadre nella preparazione del gusto più originale.

Il Museo organizza inoltre laboratori didattici dedicati alle scuole, come “Viaggio nel tempo con il gelato” e “Gelatieri per un giorno”, grazie ai quali bambini e ragazzi si immergono nella storia del gelato e scoprono la chimica e la fisica di questo alimento, mentre è un laboratorio pensato specificatamente per stimolare la creatività, le capacità sensoriali e la curiosità dei bambini.

E, per tutti, c’è “Gelato sensory games” una serie di giochi realizzati in collaborazione con il Centro Studi Assaggiatori.

Articolo di Luigi Odello