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“Expo Casearia Meeting”: a Cremona

Le opportunità e le criticità della trasformazione del latte
direttamente in allevamento.

In 15 anni è raddoppiata la quantità di latte trasformato in azienda, e i numeri continuano a crescere. Oggi in alcune zone di montagna si arriva a lavorare un quarto della produzione complessiva.

Tutti gli approfondimenti nella prossima edizione di Expo Casearia, il nuovo salone che si svolge nell’ambito della Fiera Internazionale del Bovino da Latte (Cremona, 25-28 ottobre 2012).

Cremona, luglio 2012 – Diversità e specificità, su queste due caratteristiche l’agroalimentare italiano può puntare per rimettere in moto lo sviluppo e raggiungere livelli sempre più alti di competitività e crescita economica. In questo contesto ben si inseriscono i minicaseifici, che rispondono ad una sempre crescente richiesta da parte dei consumatori di prodotti tipici di qualità legati al territorio.
Una nuova sezione espositiva
A Expo Casearia, la nuova sezione espositiva della Fiera Internazionale del Bovino da Latte (25-28 ottobre 2012), nella quale l’unico protagonista è il latte e l’industria di trasformazione, si terrà venerdì 26 ottobre alle ore 9.30 in Sala Guarneri del Gesù, “Expo Casearia Meeting” organizzato in collaborazione con AITA (Associazione Italiana Tecnologia Alimentare). Il convegno si propone di supportare le aziende nello sforzo di venire incontro alle aspettative del mercato adeguandosi nel contempo alle cogenti richieste di un complesso quadro giuridico, tecnologico e igienico.
L’aumento costante del latte trasformato in azienda
“La diffusione dei mini-caseifici è aumentata in maniera consistente negli ultimi quindici anni – dice il Prof. Geremia Gios dell’Università di Trento. La percentuale di latte trasformato in queste aziende è circa raddoppiato, e in alcune aree, particolarmente in montagna, si arriva a lavorare circa un quarto della produzione complessiva.” Nelle attuali condizioni di mercato, in cui il prezzo alla stalla non porta remunerazioni soddisfacenti per gli allevatori, la possibilità di trasformare in azienda parte della produzione può essere una soluzione interessante. “La possibilità di avere maggior reddito – continua il prof. Gios – è reale, infatti il valore di trasformazione del latte che passa attraverso i mini-caseifici arriva a 0.80/1,1 euro al litro.” La progettazione e la realizzazione di un minicaseificio deve essere fatta con la massima attenzione, con attrezzature versatili, sufficientemente automatizzate, adattabili alla specifica trasformazione, utilizzando materiali igienicamente rispondenti, di facile uso ed adatti alla quantità di latte lavorato. Le aziende produttrici di macchine e linee per la lavorazione del latte seguono il fenomeno dei caseifici aziendali con grande interesse ed oggi sono in grado di proporre soluzioni polivalenti e all’avanguardia; spesso forniscono tecnologie “tutto in una macchina” riducendo in questo modo l’intervento della manodopera e aumentando la produttività.
Quanto costa?
“I costi d’investimento sono ragionevoli – conferma Gios – si può montare una struttura completa investendo 30-50mila euro. Quello che conta, inoltre, sono i costi di lavoro che in molte realtà aziendali di tipo familiare sono reperite all’interno dell’azienda stessa perciò non hanno un costo diretto, ma rientrano a far parte del reddito iniziale”. Al convegno saranno discusse tutte gli argomenti che necessariamente devono essere considerati nella progettazione di un mini-caseificio e che talvolta sono sottovalutate: vantaggi e realistica redditività, raggiungimento di prodotti di alta qualità con pochi scarti produttivi, problematiche operative, logistiche, fiscali, commerciali relative alla successiva vendita delle produzioni.