Fermo pesca e “caro gasolio”
“Con le marinerie in fermento a causa dei costi del carburante e le tante imbarcazioni costrette a restare in porto perché gli operatori non ce la fanno a sostenere i costi di una battuta di pesca, è indispensabile pensare ad un fermo pesca che tenga conto di questa situazione”. Questa l’indicazione che emerge dal Consiglio di presidenza della Federcoopesca-confcooperative in vista della definizione del fermo pesca 2008. Mai come quest’anno, infatti, la partita si annuncia complicata. “Il cofinanziamento europeo –sottolinea Massimo Coccia, Presidente della Federcoopesca-confcooperative- al fermo temporaneo dell’attività, previsto nel Fep, richiede un’articolazione diversa rispetto al passato. La scarsità delle risorse economiche destinate a questa misura e uno sbilanciamento di fondi tra il centro-nord e il centro sud, dovuto ad un accordo tra Stato e Regioni che non ha colto la complessità e l’eterogeneità delle esigenze delle diverse marinerie, rischiano di far perdere allo stop temporaneo dell’attività di pesca la sua efficacia”. Proposte su calendari e durata del fermo ancora non sono state fatte, ma dalla Federcoopesca-confcooperative arriva una indicazione sulla strada da seguire per gestire il 6% del Fondo europeo per la pesca destinato –secondo il programma operativo messo a punto dall’Italia- all’arresto temporaneo, ovvero 12. 727. 260 per le regioni obiettivo competitività e 38. 193. 780 obiettivo convergenza. “La crisi del settore –conclude Coccia- impone contromisure urgenti. I fondi destinati per il fermo seppur insufficienti, ci sono e vanno impiegati tenendo in considerazione la crisi in atto. Le progettazioni a lungo termine sono indispensabile, ma bisogna prima di tutto tamponare le emergenze”. Con questo spirito la Federcoopesca-confcooperative si appresta ad incartare il Commissario europeo alla Pesca, Joe Borg il prossimo 25 maggio nel corso della Fiera della pesca di Ancona.