Notizie

Foie gras dalla carne coltivata. Chiede di produrlo la Francia

ROMA – “È arrivato il momento della verità per l’Europa. Un’azienda francese ha chiesto l’autorizzazione per commercializzare la carne coltivata per produrre il foie gras e nei prossimi mesi l’Efsa e la Commissione europea dovranno esprimersi, considerando criteri scientifici, economici e sociali.

La startup francese Gourmey ha annunciato infatti di aver presentato alle autorità di regolamentazione europee la domanda di autorizzazione per il suo foie gras coltivato.

Al di là del caso specifico, Bruxelles dovrà decidere quale modello alimentare scegliere: la qualità e il benessere garantiti dai prodotti tradizionali oppure cibi realizzati in laboratorio, privi di proprietà organolettiche e nutritive che li distinguano? Noi abbiamo già fatto la nostra scelta e vogliamo che tutti possano mangiare bene. Non lasceremo che chi è in difficoltà debba accontentarsi di queste paccottiglie insapori”. Lo afferma il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, responsabile del dipartimento Agricoltura e Turismo della Lega.

“Noi pensiamo che la carne debba provenire dagli animali, non dai laboratori. Noi pensiamo che sia un diritto di tutti mangiare cibo nutriente e saporito. Noi pensiamo che i nostri allevatori non vadano colpevolizzati, ma debbano essere aiutati a produrre in maniera sempre più sostenibile. Servono investimenti, controlli di qualità, principi commerciali severi e, quando serve, anche dazi per impedire l’importazione di alimenti potenzialmente dannosi. Queste sono le idee della Lega e questo continueremo a ripetere a Bruxelles e ovunque ne avremo la possibilità”, conclude Centinaio.

Il foie gras, il «fegato grasso», considerato un alimento prelibato della gastronomia, soprattutto francese, si ottiene dal fegato di oche e anatre che nei loro ultimi 15-20 giorni di vita vengono sovralimentate con una miscela di mais che viene iniettata direttamente nei loro stomaci due o più volte al giorno.

In Argentina la produzione di foie gras è illegale perché considerata “maltrattamento o atto di crudeltà nei confronti degli animali”