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Igor Macchia, lo chef stellato che fa impazzire l’Asia

“Quando ho iniziato, se non c’erano l’aglio e il pomodoro, non capivano. Oggi la nostra immagine è cambiata. Perché la cucina ha imboccato la strada del gusto senza compromessi, valorizzando i prodotti nel modo più radicale”.

Così racconta Igor Macchia le sue prime esperienze lontane dal Ristorante La Credenza di San Maurizio Canavese (Torino) cucina nella quale – nel 2006 – ha ottenuto la prima stella Michelin.
E le aspettative non le ha di certo tradite. Igor Macchia, 35 anni e una grande esperienza in cucina, oggi è uno degli chef italiani più amati, apprezzati e richiesti in Oriente e oltre a guidare la sua brigata a La Credenza è spesso impegnato in consulenze e promozioni all’estero. Da tre anni è lui a guidare il Ristorante La Festa di Taipei. E, sempre lui, è lo chef in charge all’ATP di Shangai, blasonato trofeo internazionale che lo vede protagonista, a guidare una squadra di oltre 20 chef, per accontentare, a tavola, i più grandi tennisti del mondo.
Talento, impegno, attenzione ai dettagli e grande creatività: queste le doti che a Igor certo non difettano e che hanno contribuito a renderlo molto famoso in Asia. Le più prestigiose cucine, ristoranti e hotel di lusso dalla Cina all’India, dalla Thailandia alle Maldive, lo ospitano regolarmente e le sue cene italiane sono sempre un grande successo per gli ospiti. Conteso dalle riviste e dalle tv, la sua cucina in Asia è sinonimo di italianità, classe e grande competenza. Durante i suoi viaggi di lavoro Igor insegna agli chef locali tutte le tecniche che hanno reso La Credenza un simbolo di eccellenza, trasmettendo al tempo stesso la conoscenza per i prodotti e la costante ricerca del nuovo.
“Non sono pochi i problemi da affrontare. I gusti diversi, gli ingredienti introvabili, usi e costumi da conoscere e rispettare. In alcuni luoghi le donne in gravidanza non possono mangiare zafferano, senza contare la grande attenzione da prestare alle restrizioni religiose. Anche ingredienti semplici e di base come il sale e lo zucchero devono essere dosati in maniera totalmente differente” spiega Igor Macchia.
Ma il risultato è sempre un successo.