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Il Belgio supera l’Italia nell’export agroalimentare

Il Paese della buona cucina viene messo a dura prova dalla concorrenza estera. Birra e cioccolata, ma anche prosciutti, salumi, latte e formaggi: con questo paniere di prodotti, considerati per tradizione eccellenze del made in Italy, il Belgio ha sorpassato il Belpaese nell'export agroalimentare.
Le cifre parlano chiaro:con ventuno miliardi il Paese ha superato i diciotto miliardi e seicento milioni di euro totalizzati dall'Italia nel 2005 nell'export agroalimentare.
Dalle vendite all'estero i belgi ricavano ora oltre la metà del fatturato del settore, rispetto al 22% del 1980 e al 29% del '90.
Non bisogna dimenticare che in questo paese europeo ha la sede principale Inbev, il leader mondiale della produzione di birra, nato nel corso del 2004 dall'unione della belga Interbrew e dalla brasiliana AmBev, titolare di marchi come Leffe, Beck's e Stella Artois. Un dato che spiega in parte il successo del Paese anche nell’export di birra, con oltre cento etichette che offrono questa bevanda nei gusti più disparati. Ma alla base di questo sorpasso sembra essere determinante anche il mix di tradizione e strategie aggressive messo in campo dai noti marchi belgi del cioccolato come Cote d'or, nato nel 1883 e finito nell'orbita Kraft, ma anche di Godiva e Neuhaus, che hanno saputo uscire dalla dimensione artigianale, sviluppando network di distribuzione su scala globale.
Guardando alla composizione dell'export agroalimentare belga, ci si rende conto poi del peso decisivo che hanno gli allevamenti suini, molto sviluppati nelle Fiandre: già nel 2004 generarono oltre un miliardo di euro dall'estero, con un aumento del 17% rispetto all'anno precedente. E furono il punto di forza di un export di carne fresca, refrigerata e congelata arrivato vicino ai due miliardi e mezzo.
Anche tutti i prodotti caseari, latte e formaggi in testa, hanno contribuito non poco al flusso di vendite all'estero, sfiorando i due miliardi. Seguiti dall'eccellente performance dei prodotti di pasticceria e dei biscotti, in buona parte sulla scia del successo del cioccolato.
In primis, ad accogliere le squisitezze provenienti dal Belgio, la Francia che si aggiudica il 22,5% dell'intero flusso, seguita dai Paesi Bassi con il 21%, dalla Germania con il 15,7%, dalla Gran Bretagna con il 9,7% e dall'Italia con il 4,5%.
E’ quanto emerge dall’ultima analisi del “Conseil central de l'economie.”