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Il Governo dica no agli Ogm in Europa

Pascale: «Sugli Ogm l’Italia tenga una posizione precisa e unitaria: »
Per il presidente di Slow Food Italia: «Il prossimo voto dell’Italia sarà fondamentale per decidere se i campi europei continueranno in futuro a essere liberi da Ogm»
«Sugli Ogm l’Italia non può più sbagliare. Dopo il pasticcio del voto di gennaio in seno alla Commissione Permanente dell’Unione Europea, il nostro Paese è chiamato a ribadire nei fatti quell’impegno in difesa della biodiversità e dell’agricoltura di piccola scala tante volte proclamato a parole», così Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia, esorta il Governo a prendere una posizione chiara e faccia sentire il suo no senza tentennamenti in vista del voto sull’autorizzazione a livello europeo di due nuove varietà di mais Gm, il Pioneer 1507 e il Syngenta Bt11, e sul rinnovo dell’autorizzazione del MON 810.

Il prossimo 27 marzo i Governi europei riuniti nel Comitato d’Appello si pronunceranno sulla questione, dopo che lo scorso 27 gennaio i rappresentanti degli Stati membri riuniti nel Comitato Permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi avevano mancato il raggiungimento di una maggioranza assoluta.

In quell’occasione, alcuni Paesi europei che hanno vietato la coltivazione di Ogm sui loro territori – Italia, Lituania e Paesi Bassi – hanno votato a favore dell’autorizzazione a livello europeo.

«Il prossimo voto dell’Italia – aggiunge Pascale – sarà fondamentale per decidere se i campi europei continueranno in futuro a essere liberi da Ogm o se invece si vuole aprire le porte a questo tipo di coltivazioni. Lanciamo perciò un appello al Ministro Maurizio Martina e alla Ministra Beatrice Lorenzin perché rispettino la volontà manifestata dai cittadini e votino in linea con quanto sempre dichiarato in passato nei confronti dell’introduzione di Ogm sul nostro territorio e su tutto il territorio europeo».

Secondo il nuovo regolamento 2015/412 sulla coltivazione degli Ogm in Europa, una volta votata l’eventuale autorizzazione del prodotto Ogm a livello europeo, ogni Stato è libero di scegliere se coltivare o meno gli Ogm sul proprio territorio. Se gli Stati membri al prossimo voto dovessero autorizzare a livello europeo gli Ogm, rassicurati dal fatto che a casa propria ognuno stabilisce le proprie regole, potrebbero aver seguito numerose nuove richieste di autorizzazione di Ogm. Non ci stanchiamo di ripeterlo: «Votare a favore dell’autorizzazione a livello europeo, per poi nascondersi dietro la possibilità per ogni Stato di vietarne l’uso all’interno dei propri confini, è un’ipocrisia bella e buona. Altre sono le vere sfide del sistema alimentare europeo: lo spopolamento delle campagne, la scomparsa di numerosissime aziende agricole, la perdita di biodiversità alimentare nei campi e sulle nostre tavole, l’inquinamento di acqua, aria e suolo dovuto all’agricoltura industriale. Gli Ogm non darebbero risposta a nessuno di questi problemi», ribadisce Pascale.

In occasione del voto, Slow Food lancia la sua posizione ufficiale sul tema, analizzando tutti gli aspetti legati alla coltivazione e l’introduzione di Ogm sul nostro territorio. Nel documento si spiega perché gli Ogm pongano una minaccia alla sopravvivenza della biodiversità e al benessere delle comunità rurali, rappresentando un fattore di negazione del diritto al cibo, di rischio per l’ambiente, e di difficoltà per quel tipo di agricoltura che subisce la pressione di chi pensa solo al profitto. (Il documento è disponibile qui).

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