Il Parlamento europeo vota il REACH
Il 17 novembre 2005, a Strasburgo il Parlamento europeo vota il Regolamento sulla Chimica REACH (Registrazione, Valutazione e Autorizzazione delle Sostanze Chimiche).
Il WWF e Legambiente chiedono agli europarlamentari di votare per una maggiore protezione della salute e dell'ambiente e a respingere compromessi per requisiti di registrazione più deboli.
Potrebbe essere questo il momento storico per risolvere i seri problemi di salute e ambientali legati alla crescente esposizione a un'ampia gamma di sostanze chimiche create dall'uomo. E' un'occasione che non va sprecata. Chiediamo agli europarlamentari tutti di andare a votare, e di fare in modo che passi un testo davvero adeguato alla sfida di una chimica sicura, rafforzato sia nella parte sulla Registrazione che su quella, importantissima, dell'autorizzazione e, quindi, dell'obbligo di sostituire le sostanze più pericolose, a cominciare da quelle per le quali esiste già un'alternativa": così Fulco Pratesi, presidente del WWF Italia, alla vigilia del voto su REACH da parte dell'Europarlamento, previsto per domani, 17 novembre, a Strasburgo.
Gli scienziati parlano chiaro: solo due mesi fa la Commissione permanente dei Medici Europei ha affermato che: "E' stato dimostrato scientificamente che esiste un legame concreto tra i prodotti chimici e l'insorgere di malattie come il cancro, la sterilità, le malattie degenerative del sistema nervoso centrale e le allergie. I medici hanno affermato che l'attuale proliferazione di alcune malattie è una conseguenza del degrado ambientale e che l'inquinamento chimico costituisce una seria minaccia per i bambini e gli esseri umani"
La proposta di REACH della Commissione europea è troppo debole perché possa risolvere i problemi di salute collegati alle sostanze chimiche e rischia di autorizzare l'utilizzo continuo di sostanze chimiche ad altissimo rischio anche quando siano disponibili sostanze chimiche più sicure. Per questo il WWF chiede agli europarlamentari di votare per una maggiore protezione della salute e dell'ambiente e a respingere compromessi per requisiti di registrazione più deboli. Così come esorta a votare per una procedura di autorizzazione più forte.
Anche Legambiente esorta i deputati europei a non mancare al voto di domani sul REACH e a respingere compromessi per requisiti di registrazione più deboli. L'associazione ambientalista chiede infatti la rapida approvazione e il rafforzamento del regolamento. Se verranno adottati obblighi di registrazione deboli, Reach sarà un fallimento e non consentirà di risolvere i problemi di salute collegati alle sostanze chimiche. Non sarà possibile proteggere la salute pubblica e l'ambiente, né consentire alla Ue di assumere un ruolo leader nella gestione responsabile delle sostanze chimiche. "Ecco perché – prosegue Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente – l'associazione pubblicherà il risultato del voto dell'appello nominale, per garantire la trasparenza e la responsabilità degli eletti verso i propri elettori, di fronte a scelte tanto importanti per la salute".
"Le preoccupazioni da parte dell'industria chimica italiana sono tipiche di chi ha paura del nuovo e non sa vedere e cogliere la sfida del futuro, le potenzialità per un paese come il nostro, con una chimica debole e in forte crisi, che potrebbe invece trarre nuovo ossigeno dalla ricerca e dalla produzione di nuove sostanze, più sicure. Così si rischia di fare gli interessi dell'industria chimica tedesca e basta. Anche l'argomento dei costi legati a REACH è stato rintuzzato da decine e decine di studi: la Commissione Europea ha calcolato che il costo totale sarà di 2.3 miliardi di Euro, circa 48 centesimi all'anno per ogni cittadino europeo per gli 11 anni di entrata a regime di REACH: i consumatori sostengono ben altri aggravi per l'aumento del prezzo del petrolio, e alla lunga i benefici anche economici per la società e per le imprese supereranno di molto i costi", sottolinea Pratesi. "Immotivati anche i richiami ai rischi per le piccole e medie imprese (PMI): gran parte di queste aziende sono utilizzatori, e non produttori, e saranno proprio i produttori a farsi carico del lavoro di valutazione,e da questo le pmi non trarranno altro che benefici. Inoltre la Commissione ambiente del parlamento Europeo ha studiato misure per favorire l'aiuto alle pminell'applicazione di REACH, e altrettanto dovranno fare i governi nazionali". Nel rapporto del Segretariato Chimico, sponsorizzato dal WWF e significativamente intitolato "Al lupo, al lupo!"