Il “salame di Napoli” in attesa della DOP
Si è tenuto il 16 dicembre scorso un incontro alla Camera di commercio di Napoli, per il riconoscimento della Denominazione d'origine protetta del salame di Napoli.
E' il secondo insaccato più venduto in Italia. Ora si aspetta il pronunciamento definitivo di Bruxelles mentre sono brillanti le prospettive di mercato negli Stati Uniti. L'area di produzione del Salame di Napoli è tutta la Campania. E' un prodotto tipico soprattutto delle zone rurali. La carne utilizzata deve provenire da suini del peso minimo di 150 chilogrammi, allevati in Campania. Per la preparazione di questo salame possono essere utilizzati esclusivamente tagli di carne provenienti dal prosciutto di spalla, di coscia, dalla coppa e dalla lombata.''L'iniziativa del riconoscimento della Dop – spiega Rosario Lopa consigliere del ministro delle Politiche agricole e forestali – è stata fortemente voluta dal ministro Gianni Alemanno, tanto che la proprietà transitoria è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale dal 13 luglio scorso. Il marchio dop per il salume campano potrebbe aprire nuove prospettive di mercato, per esempio negli Stati Uniti".
L'origine protetta implicherà l'esclusività della produzione del salame Napoli per la regione: un vincolo che il marchio esercita su tutte le fasi della lavorazione nella filiera, dagli allevatori ai confezionatori. Sono un centinaio le aziende in grado di sostenere la produzione. Lopa non ha dubbi: "Questo indurrà anche chi vuole fare il salame Napoli ad investire in Campania – dice – mentre la certezza dei controlli, garantiti dal marchio, aprirà nuovi mercati all'estero''.
Il Salame di Napoli è per tradizione uno degli insaccati più antichi nella produzione nazionale. E' un insaccato molto pregiato conosciuto ed apprezzato in tutta Italia e conosciuto anche all'estero.
Era consuetudine, nelle aree rurali, impiegarlo quale merce pregiata, con il salame infatti si pagavano medici, avvocati, professionisti. Era poi tradizione consumarlo in occasione di feste e ricorrenze. Questo impiego, ne faceva un bene prezioso al quale dedicare tutta l'attenzione e la cura possibile. Le precauzioni impiegate nel passato, per mantenere intatta la bontà e la genuinità delle carni, sono diventate nel tempo parte integrante delle tecniche di produzione, di affumicatura e stagionatura di oggi, tramandate immutate di padre in figlio. Il disciplinare di produzione vuole garantire le peculiarità di un prodotto che ha in sé tutta la qualità, la genuinità e le tradizioni della Campania
Fonte: Agricoltura Italiana