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Incentivi di Stato per l’e-commerce agroalimentare

CIRCOLARE MIPAAF

Agroalimentare, così gli incentivi per l'e-commerce
Le modalità per accedere al credito di imposta sugli investimenti in infrastrutture informatiche per il commercio elettronico: i beneficiari, le spese ammissibili e l'intensità degli aiuti

Il commercio elettronico sembra aver ingranato la marcia giusta anche sul mercato italiano e tra i nuovi protagonisti merceologici a far da volano c'è anche il settore dei prodotti alimentari e del vino, fino a qualche anno fa relegati a un ruolo di secondo piano nel grande quadrante commerciale del web. Gli ultimi dati elaborati dall'Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – Politecnico di Milano segnalano che gli acquisti di cibo e bevande (vino compreso) rappresentano oggi il 3% circa delle vendite da siti italiani ed è uno dei settori più dinamici nel panorama dell'e-commerce retail.

Segnali incoraggianti arrivano anche dal fronte delle esportazioni, i cui volumi in valore nel 2015 hanno messo a segno nel complesso un balzo del 22%, superando quota 3 miliardi di euro: anche in questo caso il settore Food&Beverage è individuato tra quelli che hanno in prospettiva la possibilità di guadagnare fette di mercato sempre più importanti.

In questo contesto, assume particolare rilevanza il sistema di incentivi varati di recente su iniziativa del Ministero delle politiche agricole con il cosiddetto pacchetto "Campo libero" e dai successivi provvedimenti attuativi emanati dal Mipaaf, che puntano a sostenere i progetti finalizzati al commercio elettronico, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese. La strada scelta è quella del credito di imposta a favore dei progetti che puntano alla realizzazione e l'ampliamento di infrastrutture informatiche, con una dotazione di 3,5 milioni di euro, complessiva per i due anni.

L'ultimo tassello di questo innovativo regime di aiuti è rappresentato da una circolare diffusa di recente dal Mipaaf che specifica le modalità per la presentazione delle domande, le tipologie degli investimenti ammessi alle agevolazioni, l'intensità degli aiuti e la soglia massima di spesa eleggibile, in coerenza con le regole dell'Unione europea sugli aiuti di Stato.
Fermo restando il massimale complessivo di 50.000 euro per impresa e del 40% di intensità di aiuto, in funzione dell'attività prevalente svolta dall'impresa e dichiarata ai fini IVA e delle dimensioni dell'impresa (PMI/GI), la misura del credito d'imposta è così articolata:

per le imprese di produzione agricola primaria: ai sensi del regolamento di esenzione agricolo (n. 702/2014), per le PMI; nei limiti del "de minimis agricolo" di cui al regolamento (UE) n. 1408/2013 (15.000 euro nell'arco di tre esercizi finanziari), indipendentemente dalle dimensioni dell'impresa (PMI/GI);
per le imprese che producono prodotti agricoli di prima trasformazione (compresi nell'Allegato 1 del TFUE): ai sensi del regolamento di esenzione agricolo (n. 702/2014), per le PMI; nei limiti del "de minimis generale" di cui al regolamento (UE) n. 1407/2013 (200.000 euro nell'arco di tre esercizi finanziari), indipendentemente dalle dimensioni dell'impresa (PMI/GI);
per le imprese della pesca e dell'acquacoltura, che producono prodotti di cui all'articolo 5, lettere a) e b) dell'OCM, nei limiti del "de minimis" di cui al regolamento (UE) n. 717/2014 (30.000 euro nell'arco di tre esercizi finanziari);
per le PMI che producono prodotti agroalimentari, della pesca e dell'acquacoltura non compresi nell'Allegato I del TFUE: nei limiti del "de minimis generale" (200.000 euro nell'arco di tre esercizi finanziari); ai sensi del regolamento generale di esenzione di cui al regolamento (UE) n. 651/2014, nella misura del 20% per le piccole imprese e del 10% per le medie imprese.
Il target prevalente dei beneficiari, come si diceva, è rappresentato dalle piccole e medie imprese, aziende agricole, compresi i consorzi e le cooperative, attive nella produzione agricola, della pesca e dell'acquacoltura; c'è spazio anche per le imprese di maggiore dimensioni limitatamente ai prodotti compresi nel cosiddetto Allegato I del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che comprende la prima trasformazione.

La circolare ministeriale specifica anche gli investimenti che possono beneficiare del credito d'imposta. L'elenco delle spese ammissibili, che devono essere finalizzate esclusivamente all'avvio e allo sviluppo del commercio elettronico, comprende: dotazioni tecnologiche, software, progettazione e implementazione, sviluppo di database e sistemi di sicurezza.
Per quanto riguarda il riferimento temporale, in questo primo periodo di imposta potranno fruire dell'agevolazione le spese per nuovi investimenti effettuate nel periodo che va dal 14 marzo 2015 (data di entrata in vigore del decreto) fino al 31 dicembre 2015; per i successivi periodi d'imposta, nel corso dell'intero anno precedente a quello di presentazione della domanda.

Si tratta di un'occasione importante per aiutare il sistema agricolo e agroalimentare a rafforzare il proprio ruolo commerciale utilizzando anche il circuito elettronico che, come detto in precedenza, sta aprendo nuovi e importanti spazi sia sul mercato domestico, sia su quello internazionale, dove la piazza virtuale può consentire di cogliere anche all'estero i frutti della grande immagine e della reputazione di cui godono i prodotti agroalimentare made in Italy, rilanciata su scala mondiale anche dal successo dell'Expo di Milano.
Vista nell'ottica delle imprese agricole, la vendita online può consentire di proiettare fuori dai confini locali l'esperienza e il successo che in questi ultimi anni ha scandito la crescita delle vendite dirette. Un fenomeno che ha coinvolto soprattutto le aziende più strutturate e quelle condotte dai giovani, più propensi a sviluppare le attività connesse all'attività agricola tradizionale, tra cui spicca proprio la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti ottenuti con le materie prime aziendale; una fascia di imprenditori agricoli più aperti, per dirla in "digitaliano", all'approccio glocal: pensare locale, agire globale.

Dalla piazza rionale di prossimità alla piazza virtuale dell'e-commerce forse il passo non è così breve, né così scontata dal punto di vista dell'efficienza dell'organizzazione aziendale, a partire dalla logistica. Di certo però il gioco può valere la candela, tanto più se si riesce a fare quel salto necessario per creare forme di aggregazioni che consentono, soprattutto nel caso delle aziende agricole di minori dimensioni, di mettere insieme le forze e realizzare le opportune economie di scala. A cominciare dalle società cooperative e consorzi che, come abbiamo visto, sono stati inseriti nell'elenco dei possibili beneficiari del credito d'imposta.

Fonte: Pianeta PSR
Mario Cariello