#JeSuisAhmed
"Io musulmano non sono Charlie, sono il poliziotto Ahmed ucciso per difendere la libertà". Il tweet che fa furore
"Io non sono Charlie. Io sono Ahmed, il poliziotto morto. Charlie Hebdo metteva in ridicolo la mia fede e la mia cultura e io sono morto per difendere il suo diritto di farlo".
Il tweet di uno scrittore di origine libanese sta facendo il giro della rete francese, provocando una valanga di commenti e riflessioni. Invece di aderire all'hashtag #JeSuisCharlie in solidarietà con i morti del giornale satirico, Dyab Abou Jahjah ha creato #JeSuisAhmed in riferimento al poliziotto barbaramente ucciso con un colpo di grazia davanti alla redazione.
Il vero nome di Ahmed era Hamed Merrabet, aveva 42 anni e due figli. Era uno dei due agenti a protezione del direttore del Charlie Hebdo, il celebre vignettista Charb, ammazzato a colpi di kalashnikov dal commando. Il fatto che due terroristi di matrice islamica abbiano crivellato di colpi due uomini di religione musulmana – nella lista delle dodici vittime compare anche il correttore di bozze Moustapha Ourad – sta naturalmente facendo discutere e fornisce una ragione supplementare a coloro che rivendicano l'esistenza di un islam moderato e integrato con l'Occidente.
E così nel pomeriggio dell'8 gennaio è arrivato il tweet che molto probabilmente sta meglio interpretando il sentimento complesso di molti utenti di religione musulmana, che condannano la strage, non amavano la satira vicina alla blasfemia di Charlie Hebdo eppure non avrebbero mai messo in dubbio il fatto che Charlie Hebdo dovesse continuare a pubblicare i suoi disegni irriverenti.
Il messaggio di Dyab Abou Jahjah è stato condiviso migliaia di volte e l'hashtag #JeSuisAhmed sta circolando a tutta velocità nel Twitter francese, a dimostrazione del fatto che i musulmani francesi hanno voglia di prendere parte al dibattito.
Laura Eduati, l'Huffington Post